Immaginare le storie

Docenti: Valentina Durante, Giulio Mozzi.
Durata: 24 ore Inizio: 23 marzo 2022
Costo: 360 euro più iva (totale 439 euro).
Didattica: a distanza, su piattaforma Zoom.
Numero massimo di iscritti: 16.

I docenti

Valentina Durante e Giulio Mozzi

A chi si rivolge il corso

Il corso Immaginare le storie vuole essere un’introduzione all’uso delle immagini – ma, più esattamente: all’uso dell’osservazione delle immagini – per incrementare la propria capacità di inventare e immaginare scene, sequenze di scene e narrazioni. Ci si confronterà con immagini d’ogni genere: dalla pittura alla fotografia, dal packaging delle merci ai fotogrammi cinematografici, dalle sculture alle installazioni, dai disegni dei bambini alle inserzioni pubblicitarie. Perché in ogni immagine c’è un senso narrativo, così come in ogni narrazione c’è un senso immaginale.

Il programma

Primo incontro, mercoledì 23 marzo 2022, ore 19-22. Immaginario.

Ancora prima dello stile, l’immaginario è quel distintivo quid che trasforma uno scrittore in autore (o forse è più esatto dire che lo stile diventa peculiare dell’autore, e non blandamente imitativo, quando è espressione di un solido immaginario).

Ma in concreto cos’è l’immaginario? Come lo si esplora e lo si nutre? E come possono aiutarci (perché lo fanno, e in maniera strepitosa) le immagini? In questa prima lezione parleremo anche del rapporto tra realtà e finzione, di cornici, di specchi e di “cerchi magici”.

Secondo incontro, mercoledì 30 marzo 2022, ore 19-22. Autoritratti.

Andremo a scandagliare le scelte che facciamo riguardo a noi stessi in relazione alla storia che vogliamo raccontare – dunque il rapporto fra autore e narratore e soprattutto, e in generale, le scritture del sé. Se nel romanzo tutto è, come si dice, autobiografia, è altrettanto vero che nella rappresentazione artistica tutto è – mutatis mutandis – autoritratto. Con un vantaggio: nelle arti figurative certe torsioni (se l’autore entra nell’opera, l’opera esce dall’autore e si mostra in quanto tale) si colgono più facilmente perché esperibili sinteticamente – a colpo d’occhio.

Terzo incontro, mercoledì 6 aprile 2022, ore 19-22. Corpi.

I personaggi sono corpi, ed è un fatto del quale chi scrive si rende conto abbastanza presto. Ma è corpo anche colui che narra, presenza a volte interna e a volte esterna (ma mai estranea) ai fatti, ed è corpo l’autore empirico – noi che scriviamo. La scrittura stessa è corpo: è segno, e in quanto tale memoria di un contatto. Ci dedicheremo agli accorgimenti formali che permettono di far vedere le cose al lettore. L’arte figurativa è una fantastica sorgente di spunti perché costretta a creare tensione attraverso la stasi (ma vedremo anche esempi di performance, dove la relazione dinamica fra i corpi diventa tesissima).

Quarto incontro, mercoledì 13 aprile 2022, ore 19-22. Scena.

In questo quarto incontro ci affideremo agli aspetti più propriamente narrativi delle immagini. Dai rebus stereoscopici ai cicli pittorici: che cosa c’è nello spazio bianco tra due immagini che raccontano due momenti di una medesima storia? Parleremo anche della rielaborazione di un tema costante attraverso tempi, contesti e sensibilità diverse per rispondere a una domanda che preme a ogni autore: come ci si rapporta a una tradizione?

Quinto incontro, mercoledì 20 aprile, ore 19-22. Composizione.

Come può ispirarci un’immagine? Certo per ciò che rappresenta – e lo abbiamo visto: un soggetto capace di fornirci degli spunti narrativi. Oppure (o anche) per il modo in cui s’impone ai nostri sensi e al nostro sentire – e sono reazioni che spesso non saremmo in grado di motivare (e perché dovremmo? Le sensazioni sono sensazioni). Ma c’è una terza via, meno immediata ma più interessante di tutte: per il modo in cui l’immagine è composta. Partendo da ciò che una certa Virginia Woolf vide guardando le mele di un certo Cézanne, parleremo di relazioni tra parti e dunque di struttura, composizione, montaggio.

Sesto incontro, mercoledì 27 aprile, 2022, ore 19-22. Stile.

È il momento di dedicarci alle scelte espressive: lingua, lessico, ritmo, intonazione, insomma “la grana” del testo. Qui, inevitabilmente, la relazione tra arti visive e arte della scrittura si fa più metaforica, ma non per questo meno feconda. Pensa, solo per dirne una, alle astrazioni: come sarebbe questo tal racconto se fosse un quadro di Kandinsky? (O un toro di Picasso).

Settimo incontro, mercoledì 4 maggio 2022, ore 19-22. Copertina.

È la prima cosa che il potenziale (si spera futuro) lettore vede. E sarà forse sbagliato giudicare il contenuto del libro guardando lei, ma qualche immaginazione è inevitabile farla. Esploreremo dunque la relazione fra immagine e testo nella sua forma più immediata e popolare: da alcune copertine celebri all’identificazione tra certe immagini e certe opere letterarie. (E se ti vien da dire: ma in quanto scrittore, dovrebbe forse importarmi? La risposta è che certi editori – anche grandi editori – permettono all’autore di sottoporre proposte o avere voce in capitolo nella scelta dell’immagine di copertina. Male non fa)

Ottavo incontro, mercoledì 11 maggio 2022, ore 19-22. Fine.

Siamo arrivati alla conclusione dell’opera. Parliamo di distanziamento dallo scritto, ma anche delle posture mentali più utili – o, viceversa, di quelle dannose – che possono influenzare (o compromettere) il nostro lavoro. Ma soprattutto offriamo indicazioni per costruirsi un personale percorso di ricerca, selezione e accostamento delle immagini (tramite “moodboard”), che non sia passivo e di estatica contemplazione, ma attivo e produttivo.

Il corso si svolge a distanza sulla piattaforma Zoom. Abbiamo l’abitudine di registrare tutti gli incontri e di metterli successivamente a disposizione di chi voglia rivederli (o di chi sia stato assente).

Una suggestione, tra Beato Angelico e Alessandro Manzoni

Il luogo comune dice: “Se vuoi scrivere, prima leggi!”. Ma sarebbe altrettanto importante dirsi: “Se vuoi scrivere, prima guarda!”. Perché, infatti, una narrazione nasce sempre da una visione, e lo scopo di una narrazione non è altro che far nascere nella mente di chi legge una visione identica – o almeno molto somigliante.

Una narrazione non è altro che una sequenza di scene, eventualmente collegate da passi che riassumono brevemente eventi di minor conto. E una scena è molto simile a un quadro: richiede uno spazio definito, degli oggetti in questo spazio, dei personaggi che nello spazio si muovono, delle azioni che vengono compiute. Naturalmente un quadro può contenere anche più di una scena, per esempio:

In questa Annunciazione del Beato Angelico (conservata al Prado di Madrid) sono in atto contemporaneamente tre scene: una scena in primo piano (l’angelo che parla a Maria), una scena sullo sfondo (Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre) e una scena mistica (la luce che dal cielo scende a benedire e fecondare Maria). Ma allo stesso modo una scena narrata può contenere più scene al proprio interno: l’esempio classico è quello della scena d’inganno, in cui ciò che avviene è una cosa per l’ingannatore e tutt’altra cosa per l’ingannato. Dal capitolo xxxiii dei Promessi sposi (quello in cui don Rodrigo scopre di avere la peste):

Afferrò il campanello, e lo scosse con violenza. Comparve subito il Griso, il quale stava all’erta. Si fermò a una certa distanza dal letto; guardò attentamente il padrone, e s’accertò di quello che, la sera, aveva congetturato.
– Griso! – disse don Rodrigo, rizzandosi stentatamente a sedere: – tu sei sempre stato il mio fido.
– Sì, signore.
– T’ho sempre fatto del bene.
– Per sua bontà.
– Di te mi posso fidare…!
– Diavolo!
– Sto male, Griso.
– Me n’ero accorto.
– Se guarisco, ti farò del bene ancor più di quello che te n’ho fatto per il passato.
Il Griso non rispose nulla, e stette aspettando dove andassero a parare questi preamboli.

Quel “Me n’ero accorto” pronunciato dal Griso ci dice, per l’appunto, che due eventi contemporaneamente si stanno svolgendo: don Rodrigo crede di aver avuta la conferma della fedeltà del suo servitore; mentre il servitore ha deciso che, essendo il padrone ormai spacciato, potrà tranquillamente tradirlo e approfittarsene.

Una seconda suggestione, tra David Hockney e Bojack

Imparare a guardare le immagini significa dunque imparare a riconoscere i movimenti narrativi che esse contengono. Proviamo a esaminare, per esempio, questo fermo-immagine tratto dalla serie d’animazione BoJack Horseman.

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Il protagonista della serie, l’uomo-cavallo BoJack, è un attore hollivodyano con un passato di grande popolarità – grazie a una sitcom divertente e di buoni sentimenti – e dal presente schifoso: soldi, alcol, droghe, nessun lavoro da attore, asocialità pronunciata. Non è difficile non riconoscere, appesa alla parete dello studio di BoJack – a colloquio con la giornalista che deve scrivere la sua biografia – , una variazione di un celeberrimo quadro di David Hockney, Ritratto di un artista (Piscina con due figure):

Sopra la libreria, contro la finestra, un’altra immagine più piccola: la copertina di una rivista con ritratto lo stesso Bojack Horseman nel momento più alto della sua carriera, quando la sitcom di cui era protagonista, Horsin’ around, aveva grande successo. Lo spettatore che sia giunto a questo punto della serie (ma siamo ancora alle prime puntate) la riconoscerà. BoJack, in piedi, parla a Diane. I due personaggi stanno tra due immagini opposte: quella della fama e gloria (sopra la libreria) e quella di una morte per annegamento (sulla parete): situazione ideale per ricapitolare una vita.

Diffice non pensare, guardando il quadro di Hockney, al quarto episodio della Terra desolata di T. S. Eliot – del quale costituisce forse una parodia:

La morte per acqua

Phlebas il Fenicio, da quindici giorni morto,
dimenticò il grido dei gabbiani, e il fondo gorgo del mare,
e il profitto e la perdita.
Una corrente sottomarina
gli spolpò l’ossa in sussurri. Come affiorava e affondava
passò attraverso gli stadi della maturítà e della giovinezza
procedendo del vortice.
Genitile o Giudeo,
o tu che giri la ruota e guardi sopravvento,
considera Phlebas, che un tempo fu bello, e alto come te.

Il particolare potere che hanno le immagini – come anche la poesia – di riuscire a includere molto, e contenere in un solo colpo d’occhio o in poche frasi anche un’intera vita, può essere utilmente studiato e compreso – e riversato nella pratica di scrittura.

Iscrizione e costi

Il costo dell’iscrizione al seminario Immaginare le storie è di 360 euro più iva, in totale 439 euro.

All’atto dell’iscrizione sarà richiesto il versamento di un acconto di 100 euro più iva (totale 122). Il saldo dovrà avvenire entro la data d’inizio del corso. In caso di ritiro l’acconto non sarà restituito. Nel caso in cui il corso non avesse luogo l’acconto sarà integralmente restituito.

Per iscriversi è necessario mandare un’email all’indirizzo bottegadinarrazione@gmail.com segnalando la propria intenzione di partecipare al corso, e indicando il proprio indirizzo di residenza, il codice fiscale e l’eventuale partita iva.