La Bottega di narrazione in mostra: Magda Guia Cervesato

Il 13 dicembre 2015 si è svolto, a Milano presso la sede della Bottega di narrazione (Spazio Melampo, via Tenca 7) l’incontro degli “apprendisti” con il mondo editoriale. Non era previsto che l’evento fosse immortalato, ma Francesca Perinelli – a sorpresa – ha registrato non tutto, ma parecchio. Abbiamo quindi cominciato a pubblicare le registrazioni delle presentazioni delle opere. La qualità è quella che è.

[Chi fosse interessato a consultare il fascicolo con la scheda e gli estratti di tutte le opere presentate, può prelevarlo cliccando qui].

Qui Magda Guia Cervesato presenta il suo romanzo Lo sproposito. Sotto al video, la scheda.


magdaguiacervesatoMagda Guia Cervesato è nata a Bergamo nel 1971, ha vissuto a Milano e proseguito gli studi presso la facoltà per traduttori e interpreti dell’Università di Innsbrueck, Austria. Fino al principio del terzio millennio si è divisa tra Boston e sud California; dal 2002 vive nella provincia vogherese con i tre figli. Nel 2012 pubblica un memoriale a tema psichiatrico per l’editore Sensibili Alle Foglie (TSO – Un’esperienza in reparto psichiatria). Ha collaborato con le riviste web Tornogiovedì (diretta da F. Krauspenhaar e F. Coratelli) e Il lavoro culturale. Attualmente alterna il mestiere della casalinga all’insegnamento della lingua inglese.
Contatti: magdacervesato[chiocciola]yahoo.it

“Dov’era finita la casalinga di Voghera? Commiserata, una volta, come portatrice cogliona dei luoghi comuni più ridicoli, ora si è data (batti e ribatti) una regolata “eccellente” e si scatena nelle frasi più fatte della provocazione e trasgressione: controcorrente e fuori dal coro – come tutti – irriverente e dissacrante… Dunque emblematica ed egemonica”. A. Arbasino

Lo sproposito. Gennaio 2021. Una casalinga di Voghera (Miss Misery nel testo) trascorre sei mesi su un’isola caraibica insieme a Lui, scaltro e affascinante direttore del magazine sportivo più venduto d’Italia e suo compagno da sedici anni. I due hanno un figlio adolescente, Stefano.
Il 15 gennaio ricorre l’anniversario dal loro primo incontro, nel lontano 2005, e la donna decide di comprare un diario vecchio stile: inizia a scrivervi con l’intenzione di raccontare alle amiche vogheresi la bizzarra storia sentimentale con il suo Lui – che le siede davanti mentre compila il diario – tra Milano, Voghera e Stati Uniti.
Fidanzamento, figlio, viaggi, tradimenti, scalata sociale, ricoveri, guerre legali con Lui. Il tutto lungo una progressiva presa di coscienza sulle proprie vicende resa possibile da tre elementi (due personaggi e un dispositivo tecnologico): Luigi, artista e misterioso amico di Lui che architetta un piano post mortem ai suoi danni. Maria, sorella schizofrenica di Lui ed esecutrice materiale del piano; il mati, visore high tech che permette di vivere dentro la realtà virtuale rievocando accadimenti, vivendo esperienze scelte da un database sterminato, anche in modalità di condivisione con altri utilizzatori di mati.
Luigi aveva stretto amicizia virtuale con il giornalista in carriera nel 2012, e Lui aveva insistito per conoscerlo: di carattere schivo e incline all’ossessione, il compagno di Miss Misery era da anni attratto da genio e personalità dell’artista; ne aveva letto ogni saggio filosofico e romanzo storico, ma soprattutto ne aveva ascoltato la produzione musicale, un genere-rock blues che anch’egli amava strimpellare. Così aveva chiesto a Luigi di impartirgli lezioni di chitarra. Frequentandolo, Luigi aveva avuto occasione di intuire nel nuovo “amico” un lato oscuro e ben nascosto. Il piano congegnato ai danni di Lui da Luigi, consapevole di essere prossimo alla morte e animato dal desiderio di lasciare in eredità la sua intuizione a chi ne avesse potuto trarre beneficio, ha lo scopo di alimentare uno stato di confusione in un uomo tanto abituato a mantenere saldo il controllo su se stesso per manipolare il prossimo sia in ambito professionale che privato. E come previsto da Luigi, Lui finirà davvero per commettere errori banali grazie ai quali l’ingenua casalinga si renderà finalmente conto dei lati malvagi del compagno. Nel concreto il piano di Luigi consiste nel consegnare a Maria una lista di ventitré canzoni da inviare periodicamente al fratello, con cui è da anni in pessimi rapporti, tramite messaggeria Faceboook dopo il funerale: l’artista, sempre più malato, aveva fornito a Maria anche la password del proprio account in modo che apparisse lui stesso come mittente dei messaggi con i link alle canzoni che avevano suonato insieme nei mesi precedenti. Lui, come previsto da Luigi, non può che spaventarsi di fronte al macabro scherzo, e per alcuni mesi ne rimane sconvolto al punto da commettere effettivamente imprudenze grazie a cui Miss Misery può scoprirne le tresche.
Ma sin dall’inizio della stesura del diario, al racconto dei fatti in ordine sparso da parte di Miss Misery si sovrappone, prepotente, il luogo di provincia in cui si muove la casalinga ovvero Voghera, città lombarda dalle note connotazioni grazie soprattutto al concittadino Arbasino. Nella provincia più provinciale del paese, tanto da divenire nei decenni il paradigma dell’ignoranza culturale italiana, la casalinga si destreggia tra strade, colleghe, piazze, ex-manicomio cittadino, stazione, negozi, golf-club, terme fuori porta, shopping, parrucchieri, Duomo. E non ultime le tre “P” (Peperoni, Pazzi, Puttane) che storicamente descrivono Voghera – città dormitorio schiacciata tra quattro regioni cruciali del nord –: un teatro che permette alla protagonista, durante il racconto alle amiche della sua vicenda sentimentale, di scatenarsi in digressioni che mostrano la quotidianità della provincia vogherese nel nuovo millennio. Un’esplosione dal piglio satirico che include eventi di cronaca internazionale attigui ai temi cari alla protagonista: le relazioni, il sesso clandestino, la follia, i mostri di provincia e il male gratuito – o meglio imprevisto in quanto capitato: senza preavviso, conoscenze o preparazione atta alla difesa. La stesura del diario, che prima di rientrare in Italia la casalinga invierà all’infermiere più bello del centro psichiatrico vogherese frequentato in passato affinché venga letto insieme alle pazienti, si rivela così essere un atto di sopravvivenza alle proprie vicende drammatiche; grazie soprattutto agli strumenti dell’auto-ironia, dello scherzo e della comicità, che la protagonista scopre essere i più adatti a mettere il dito nelle piccolezze e meschinità di ognuno – le proprie incluse – senza soccombervi.

5 pensieri riguardo “La Bottega di narrazione in mostra: Magda Guia Cervesato

  1. Questo, e molto altro, a conferma dell’articolo ‘Dieci buoni argomenti per sostenere che il romanzo non è morto’ apparso il 23 gennaio 2016 su Vibrisse. Grazie, per il vostro impegno.

  2. Miss Misery, il nome della protagonista, mi ricorda lo pseudonimo, Cosimo Misero, che avevo scelto, e poi scartato, per pubblicare il mio primo libro di poesie, intitolato con abbagliante ossimoro “Celle di luce”. Seguo talvolta sul web gli interventi di Magda e ne condivido la denuncia delle derive e degli eccessi di un sistema psichiatrico, da lei drammaticamente subito in prima persona: una distorsione radicale caratterizza i rapporti tra l’individuo e gli apparati di potere e di sapere che pretendono di condizionarne l’esistenza, ottenebrando con cecità istituzionale la veggenza di menti spesso più illuminate della media. Questo non significa che le esperienze psicotiche o dissociative siano facilmente traslitterabili in poesia e spesso i racconti autobiografici di ex degenti di reparti psichiatrici valgono più come reportage dagli abissi della follia burocratica piuttosto che come opere d’arte. Non tutti possiedono il talento di Sylvia Plath o Alda Merini. La prosa di Magda, per quel poco che ho letto, mi pare una pelle piena di lividi blues e ritmiche escoriazioni. D’altronde, come dico io, si scrive solo col proprio sangue e si sanguina per dare un colore a questo mortale pallore. In definitiva per apparire vivi.

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