di Giulio Mozzi
direttore della Bottega di narrazione
1. La prima dritta è la più semplice ed ovvia. Scrivete un buon romanzo: un romanzo che sia bello, e anche facile da vendere. Non è necessario che sia un capolavoro – se si pubblicassero solo i capolavori, non esisterebbe l’editoria – ma è bene che sia una buona storia, avvincente al punto giusto, scritta come si deve, con dentro qualcosa di stuzzichevole, di incuriosente, oppure con un aggancio ben percepibile a qualcosa che appartiene all’esperienza, se non di tutti, di molti. La o il protagonista sia una persona normale ma non scialba, comune ma nel senso che abbia qualcosa in comune con chiunque, con qualche problema ma non di quelli proprio impossibili, e con un piccolo lato oscuro – chi non ce l’ha, tra noi gente dabbene, un piccolo lato oscuro? – che possa essere finalmente illuminato, ma non troppo drammaticamente, piuttosto con un senso di liberazione, nel finale. Ecco. Scrivete un romanzo così. E poi, naturalmente, fatelo vedere a qualche agente. Vedrete: non dovrete inseguirli. Vi inseguiranno. Così funziona l’editoria.
2. La seconda dritta è ancora più semplice e ovvia. Non sono pochi, ormai, gli agenti che hanno una loro presenza sul web. Cercateli. C’è chi usa Facebook, chi preferisce Youtube, chi addirittura è sbarcato su Instagram. Ascoltate i loro suggerimenti. Prendete nota. Vi spiegheranno tutto: come presentare la vostra opera dattiloscritta, come presentare voi stessi, quale agenzia scegliere (naturalmente, sarà sempre la loro), come funzionano i rapporti tra autore e agente e tra agente ed editori, che cos’è che tira nell’editoria oggi, che cos’è che invece non tira per niente, in che modo gli editori scelgono cosa pubblicare (ormai lo fanno un po’ a caso, ma non ve lo diranno), come si promuove un libro, quali sono i ruoli di autore, agente ed editore nella promozione, quali sono le virtù e quali sono i difetti dell’autopubblicazione (vi diranno solo i difetti), quali sono le ragioni che hanno portato certe opere al successo (vi parleranno sempre delle qualità dell’opera, mai delle oscure manovre dell’editore), e così via. Prendete nota di tutto. Confrontate le lezioni dell’agente A con quelle dell’agente B e con quelle dell’agente C (e con quelle dell’agente D, e così via). Eliminate tutto ciò su cui gli agenti che avete ascoltati non sono d’accordo, tenete solo ciò su cui sono d’accordo. Non vi è rimasto niente? Eh, l’editoria non è una scienza esatta.
3. La terza dritta non è poi così semplice – comporta un certo lavoro – ma è comunque ovvia. Scandagliate il web. Cercate i siti delle agenzie. Lasciate perdere le pagine di buoni consigli, quelle con le istruzioni per presentare opere dattiloscritte, la storia dell’agenzia, eccetera. Trovate la pagina con l’elenco delle autrici e degli autori rappresentati. Se non c’è, lasciate perdere. Se c’è, esaminate pazientemente tutto l’elenco. Per ogni autore o autrice domandatevi: ma questo qui, questa qui, so chi è? L’ho mai intravista/o in libreria? Se nulla vi sovviene, controllate su Amazon o Ibs. Andate a vedere l’editore, e domandatevi: ma questo editore qui, so chi è? L’ho mai intravisto in libreria? Scartate tutti gli agenti che rappresentino solo autrici e autori che non avete mai intraviste/i in libreria, e/o i cui editori non avete mai intravisti in libreria. Segnate in una lista contrassegnata da un punto interrogativo tutti gli agenti che rappresentino prevalentemente autori e autrici che non avete mai intravisti/e in libreria, e/o i cui editori non avete mai intravisti in libreria. Segnate tutti gli altri agenti in una lista contrassegnata da un punto esclamativo. Quelli sono i vostri bersagli. Ah, sono pochissimi? E’ l’editoria, bellezza.
4. La quarta dritta è così ovvia che è quasi da vergognarsi a dirla, e tuttavia non è semplicissima. Preparate una copia decente del vostro lavoro. Una copia decente è corretta (qualche refuso ci sarà sempre, è umano, ma fate il possibile perché ce ne siano pochissimi), è impaginata bene (prendete a modello un libro che visivamente vi piaccia, e imitate), ha i numeri delle pagine, ha l’indice al principio, ha l’autore e i suoi recapiti ben chiari sul frontespizio (pare impossibile, ma c’è chi si dimentica di metterceli), ha magari tra il frontespizio e l’indice un breve riassunto della storia (mi raccomando: non un trafiletto pubblicitario, ma un breve riassunto della storia dal principio alla fine, compreso il finale: e per breve s’intende una cartella e mezza, magari due, non dieci righe, non sette cartelle), magari seguito da una vostra succinta biografia (anno di nascita, città di residenza, percorso di studi, lavoro: non parlate dei vostri gatti, è deleterio, e non scrivete che vi piace viaggiare, è letale) nella quale avrete cura di non inserire l’elenco dei premi letterari che avete vinti con i vostri racconti. “Come sarebbe che non devo mettere l’elenco dei premi letterari che ho vinti con i miei racconti?”. Eh, tesoro mio, l’editoria non è un paese per premiomani.
5. La quinta dritta è tanto semplice quanto ovvia, seppure un po’ spiacevole. Tornate al web, rivistate i siti delle agenzie che avete segnate con il punto esclamativo. Prendete nota di quanto vi chiedono per leggervi. State calmi, non fatevi venire i bollori. Fate il conto: un’agenzia minore riceverà tre, quattro opere dattiloscritte al giorno. La prima lettura degli speditori ignoti è difficile che la faccia l’agente in persona: avrà delle lettrici, dei lettori. Lettrici e lettori vanno equamente remunerati. Se un lettore o una lettrice troverà interessante un’opera, dovrà leggerla l’agente in persona. Il tempo delle lettrici e dei lettori ha un valore. Il tempo dell’agente ha un valore. Le statistiche sono chiare: su mille opere che pervengono a un’agenzia da speditori ignoti, forse due su mille presentano un effettivo interesse (per la loro bellezza o per la loro vendibilità, o perché miracolosamente sono belle e vendibili). Immaginate che il processo di lettura, selezione, rilettura, eventuale controlettura, e così via, costi pochissimo: mediamente 100 euro per opera. Fanno 50.000 euro di spesa per trovare, tra cinquecento opere, l’unica che ha un qualche interesse editoriale. E voi pensate che un’agenzia possa sopravvivere, se le tocca spendere così tanto per trovare un’opera sola? In qualche modo dovrà rifarsi. Eh sì: anche gli agenti mangiano fagioli, sappiatelo.
6. La sesta dritta non è semplice e non è ovvia. Prendete il coraggio a due mani e fate una telefonata. In pressoché tutti i siti delle agenzie è indicato un telefono. Chiamate. Ovviamente non vi risponderà l’agente in persona: risponderà qualcuno che fa il lavoro di segreteria. Preparatevi delle domande, prima, scritte, e siate pronti ad annotare le risposte. Non temete: non vi sbatteranno il telefono in faccia. Non sta a me consigliarvi le domande: basta che non siano domande del tipo: “Ma voi come lo vedete, il futuro dell’editoria?”. Fate domande pratiche, spicce. Chiedete qual è il tempo di attesa medio per essere letti. Vi diranno un tempo che vi sembrerà enorme. Raddoppiatelo mentalmente. Non pretendete di raccontare il vostro romanzo al telefono – tutti i romanzi, se raccontati al telefono, sembrano buoni romanzi. State al telefono pochi minuti, massimo cinque, quello che basta perché l’agenzia, nella vostra mente, diventi qualcosa di concreto, un insieme di persone, magari carine e gentili, che fanno il loro mestiere con coscienza e serietà. Perché l’editoria è anche, è soprattutto questo.
7. L’ottava dritta è così semplice e ovvia che ormai non ci pensa nessuno. Stampate il vostro lavoro. Stampatelo bene, rilegatelo bene. Magari usate uno di quei tanti servizi che ci sono in rete e che permettono di confezionare qualcosa che addirittura somiglia a un libro. Ricordate di metterci dentro (vedi il punto 4) i vostri recapiti, l’indice, il riassunto della storia, eccetera. E fate girare quello, non un semplice documento digitale, o non solo un documento digitale. Lo so, è un costo. Ma è un piccolo costo. Non vorrete dare l’idea di non essere disposti a sostenere, per la vostra opera letteraria, nemmeno quel piccolo costo. Non mettete un’immagine in copertina: nella copertina mettete il vostro nome e cognome, il titolo, la dicitura: Romanzo inedito. Copia per lettura. Voi non avete idea di quanto è più semplice capire se una certa sequenza di parole può diventare un libro, se quella sequenza ha già fatto un passo per diventare un libro. E non sapete quanto apprezzano, gli agenti – ma non solo loro: anche gli editori – quegli autori che riescono a pensare non solo al loro romanzo, ma anche già al libro; e che capiscono bene la differenza che c’è tra un romanzo e un libro. Si tratta sempre, comunque, di concretizzare un sogno: perché altro non fa, sappiatelo, l’editoria, che produrre cose che contengono sogni.
8. L’ottava dritta è così semplice e ovvia che non c’è nemmeno bisogno di dirla, anzi, bisogna piuttosto ammonire, invitare a praticarla con cautela. I contatti diretti. No, i contatti indiretti. Conoscete uno che lavora per un altro che ha che fare con un’agenzia. Avete incrociato uno scrittore, magari a una presentazione o in Facebook. Questo scrittore, voi pensate, potrebbe presentarvi alla sua agenzia (perché naturalmente gliel’avete domandato, qual è la sua agenzia). Che cosa gli costa? Eh, gli costa qualcosa. Intanto deve leggervi: e deve leggervi senza nessuna garanzia, perché non siete ancora pubblicati, perché non c’è stata la selezione di un editore che in qualche modo garantisca e qualifichi il vostro lavoro. Poi deve prepararsi, l’autore, alle vostre richieste future di sollecitazione – ci saranno, potrete anche promettere che no, ma ci saranno. Poi deve prepararsi a dirvi, magari, che no, che non se la sente di presentare il vostro lavoro all’agenzia: perché gli pare modesto, o ingenuo, o poco commerciale – se è uno scrittore sincero vi dirà che il vostro lavoro gli pare francamente brutto, o invendibile, ma gli scrittori capaci di tanta sincerità sono pochi (il mondo è pieno di gente vendicativa, bisogna stare attenti; voi non siete vendicativi, ma quello scrittore non lo sa). Non mettetevi dunque a tartassare tutti gli scrittori con i quali avete un sia pur labile contatto. Se con uno, due, tre di loro avrete stretto un po’ di vera amicizia – magari solo un po’, ma di amicizia vera -, sarà a lui o lei a farsi avanti, a dirvi: fammi leggere, vediamo se posso darti una mano. Perché quello degli scrittori e delle scrittrici è un mondo difficile, a volte un brutto mondo, ma pieno di gente generosa.
9. La nona dritta è così ovvia e semplice – serve solo un po’ di pazienza – che avrei dovuto metterla per prima, ma me ne sono dimenticato perché è troppo semplice e ovvia. Come si fa a scovare le agenzie letterarie? A “scandagliare il web”, come proponevo al punto 3? Facile: usate Google. Scrivete nella casella di ricerca: “Agenzia letteraria”, e preparatevi a trovare mille risultati dei quali i veramente utili sono quattordici. Ci vuole – l’ho già detto, lo ripeto – un po’ di pazienza. C’è una certa differenza tra la prima schermata dei risultati di Google e la Verità. Potete anche acquistare l’Agenda letteraria dell’editore Metamorfosi, possibilmente l’ultima edizione: contiene sempre informazioni utili. Anche l’Agenda del giornalista può contenere informazioni utili, ma costa – giustamente – un occhio, forse troppo rispetto all’utilità che specificamente può avere per voi. Non cominciate il vostro lavoro, tutto questo lavoro che abbiamo esposto finora, prima di aver raccolte tutte le informazioni che vi servono.
10. La decima e ultima dritta è così semplice e ovvia che ripete la prima. Preparatevi a sentirvi dire di no. Non arrabbiatevi, se vi dicono di no. Piuttosto cercate di capire perché vi dicono di no. Può darsi che il vostro romanzo sia mediocre, o francamente brutto. Può darsi che sia bello, ma difficile da vendere. Può darsi che sia brutto e difficile da vendere. Accettate l’idea che forse non siete un genio, una genia universale. Che forse l’ippica presenta per voi opportunità migliori. Che forse, semplicemente, siete capaci di fare un buon lavoro, ma nient’altro che un buon lavoro, e niente di più. E, certo: può darsi che il vostro lavoro sia bello e facile da vendere, ma che quell’agente lì non se ne sia accorto. La storia dell’editoria è piena di casi di libri rifiutati da tanti e poi pubblicati con enorme successo. Ma, cosa volete: nell’editoria funziona come nell’amore, l’importante non è trovare un partner qualunque, o un partner che sia dotato di tutte le qualità professionali che a voi servono; l’importante è trovare un partner che sia il partner giusto, umanamente giusto, emotivamente e sentimentalmente giusto. E – sì, certo, non è detto che lo troverete. E – sì, certo, può darsi che lo troverete, o che crederete di averlo trovato, ma che durerà poco. Il magico mondo dell’editoria è fatto di persone.
Istruttivo, grazie 🙂