Del perché alcuni omicidi sono più interessanti di altri, in letteratura

di Giulio Mozzidirettore della Bottega di narrazione Non tutti gli omicidi sono uguali: ce ne sono di più interessanti e di meno interessanti dal punto di vista narrativo. Tra gli omicidi più interessanti si possono distinguere due categorie: quelli che sono più interessanti da subito e quelli che diventano interessanti nel corso delle indagini. EccoContinua a leggere “Del perché alcuni omicidi sono più interessanti di altri, in letteratura”

Per uccidere ci vuole occhio, ma anche per scovare gli assassini

di Giulio Mozzidirettore della Bottega di narrazione Nei Racconti di padre Brown di G.K. Chesterton – che hanno per protagonista un sacerdote-investigatore – ce n’è uno particolarmente interessante. S’intitola L’uomo invisibile. La storia è classica: In un grande palazzo il signor Smythe – un uomo, va detto, piuttosto piccolo – scompare dal suo studio. VieneContinua a leggere “Per uccidere ci vuole occhio, ma anche per scovare gli assassini”

La mente crea connessioni, l’orecchio pure

di Arianna Uliandocente del corso «La musica delle storie» Alan Lomax (1915-2002) è stato un etnomusicologo guidato dall’ambizioso progetto di archiviare le musiche popolari del mondo. Nei suoi numerosi viaggi registrò i canti dei detenuti neri statunitensi, i ritmi dei discendenti degli schiavi africani, la musica popolare spagnola durante la dittatura franchista e, con DiegoContinua a leggere “La mente crea connessioni, l’orecchio pure”

Il reale è un caso particolare del possibile

di Giulio Mozzidirettore della Bottega di narrazione Nel romanzo dello scrittore svizzero-tedesco Friedrich Dürrenmatt (lo vedete qui sopra) intitolato sfacciatamente Giustizia succede questo: al ristorante, sotto gli occhi di molti, uno stimato cittadino, il consigliere cantonale Kohler, uccide con un colpo di pistola un altro stimato cittadino, il professor Winter. Lo stupore di tutti èContinua a leggere “Il reale è un caso particolare del possibile”

Il proliferare dei particolari: romanzo giallo e prestidigitazione

di Giulio Mozzidirettore della Bottega di narrazione «A piacergli, dei gialli, – scrive Paul Auster, riferendosi al protagonista Daniel Quinn, nelle prime pagine di «Città di vetro», il romanzo che apre la meritatamente celebre Trilogia di New York, – era il loro senso di pienezza ed economia. In un buon giallo nulla viene sprecato, nonContinua a leggere “Il proliferare dei particolari: romanzo giallo e prestidigitazione”

Raccontare di cose che non esistono

di Giulio Mozzidirettore della Bottega di narrazione «A Wittgenstein piacevano i romanzi gialli, leggerli lo distraeva dalle sue profonde riflessioni. Per un filosofo che aspirava a spiegare tutti i problemi del mondo mediante la logica, una storia che propone un enigma, un omicidio o svariati omicidi, mettiamo, e che si sviluppa in base alle regoleContinua a leggere “Raccontare di cose che non esistono”

Dieci metodi sicuri per trovare un buon titolo per il tuo romanzo, nessuno dei quali funzionante

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Uno. Basta una semplice ricerca con chiavi del tipo «come si sceglie il titolo di un romanzo», «come trovare il titolo per il mio romanzo», e simili, per scoprire che la rete letteralmente rigurgita di buoni consigli. Armati della consapevolezza che «la gente dà buoni consigli […]Continua a leggere “Dieci metodi sicuri per trovare un buon titolo per il tuo romanzo, nessuno dei quali funzionante”

Ma, in definitiva, che cos’hanno i «classici» di diverso da noi?

di Valentina Durante, docente della Bottega di narrazione Prendiamola larga e partiamo con un sondaggio: dopo aver letto queste due quarte di copertina – testo A e testo B – quale dei due romanzi compreresti? Testo A: un appuntamento mancato…una serata di poesia erotica… il finanziere e Dio…amori e investimenti… l’infelicità domestica…ritratto del mentitore… fugaContinua a leggere “Ma, in definitiva, che cos’hanno i «classici» di diverso da noi?”

La retorica è uno zoo, e noi parliamo la lingua delle bestie

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Non ce ne accorgiamo nemmeno più, probabilmente, ma: quanti sono i modi di dire che coinvolgono animali? Prima di tentare un elenco sommario, due considerazioni: Prima considerazione. Tutti questi «modi di dire» sono in origine delle similitudini («sei forte come un leone», «hai la forza di unContinua a leggere “La retorica è uno zoo, e noi parliamo la lingua delle bestie”

Le parole non sono innocenti, e nemmeno il martedì

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Oggi è martedì 10 agosto 2021. «Martedì 10 agosto 2021» è una data, e quando inseriamo una data in una narrazione tendiamo a considerarla una pura e semplice informazione. E così è, a non essere pignoli. Ma, a essere pignoli, «martedì 10 agosto 2021» è una locuzioneContinua a leggere “Le parole non sono innocenti, e nemmeno il martedì”

L’ombra, lo specchio, il mare, e il modo di leggere una poesia come se fosse un rebus

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Mentre ch’assisa Nicedel mare alla pendicestava a specchiarsi in un piombato vetro,io, ch’essendole dietro,affisati i miei sguardi a l’acqua avea,l’ombra sua vi vedeacon la sinistra man di specchio ingombra:e ne lo specchio ancor l’ombra de l’ombra. L’autore è Tommaso Stigliani, un poeta del Seicento (nato nel 1573,Continua a leggere “L’ombra, lo specchio, il mare, e il modo di leggere una poesia come se fosse un rebus”

Dieci buoni motivi per non essere sé stessi quando si scrive di sé (o di qualcun altro)

di Giulio Mozzidirettore della Bottega di narrazione 1. Se vi hanno detto che fare dell’autobiografia non va bene, vi hanno detto una sciocchezza. Si può benissimo fare dell’autobiografia, purché non di sé stessi. Ci sono esempi luminosi: per esempio il Davide di Carlo Coccioli o le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Entrambi questi romanziContinua a leggere “Dieci buoni motivi per non essere sé stessi quando si scrive di sé (o di qualcun altro)”

Le parole sono importanti, ma anche il loro ordine lo è

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Provo a spiegarmi con un esempio. L’esempio è molto piccolo, ma ci vuole un minimo di pazienza per arrivarci. Leggiamo un sonetto di Luis de Góngora (1561-1627), considerato uno dei sonetti più belli della letteratura spagnola: «Mientras, por competir con tu cabello,oro bruñido al Sol relumbra enContinua a leggere “Le parole sono importanti, ma anche il loro ordine lo è”

Metodo infallibile per trovare sempre la parola giusta (utilissimo per chi scrive romanzi, racconti ec.)

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Il metodo consiste di un solo principio: «Per trovare la parola giusta, devi vedere che effetto fanno tutte le altre». Facciamo un esempio: «Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto». «Si voltò. Nel buio gli apparve il suo viso». «Si voltò. Nel buio gli apparveContinua a leggere “Metodo infallibile per trovare sempre la parola giusta (utilissimo per chi scrive romanzi, racconti ec.)”

L’italiano scritto è una lingua artificiale, dunque usiamola artificiosamente

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Mi capita sott’occhio un vecchio articolo del sito «Homo Laicus» (https://tinyurl.com/6e6nhnea), dove leggo: «Il Manzoni è il principale artefice della neolingua che tutti noi siamo costretti a scrivere (anche se per il parlato nazionale si dovranno attendere i discorsi del duce, la filmografia e soprattutto la nascitaContinua a leggere “L’italiano scritto è una lingua artificiale, dunque usiamola artificiosamente”

Perché le pentole sono così importanti per la scrittura dei romanzi

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Vi chiedo un po’ di pazienza. Prima una filza di esempi, poi la spiegazione. Cominciamo dal Vocabolario Treccani, edizione in rete: Pentola: «Recipiente da cucina, di forma cilindrica e con due manici, in genere di altezza maggiore del diametro, di materiale metallico (acciaio inossidabile, alluminio, ferro smaltato,Continua a leggere “Perché le pentole sono così importanti per la scrittura dei romanzi”

«Lo stile non precede la scrittura, ma si forma in essa»

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Lo stile non viene prima della scrittura, ma dentro la scrittura Quando scrissi il mio primo racconto, il 16 e 17 febbraio del 1991 — è passato un bel po’ di tempo —, non avevo nessuna idea di stile. Sapevo scrivere, sì, e sapevo anche in unaContinua a leggere “«Lo stile non precede la scrittura, ma si forma in essa»”

Scrivere semplice, per cominciare. Poi si vedrà

Questo brano lo conoscete tutti: «Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l’asportazione di uno dei detti articoliContinua a leggere “Scrivere semplice, per cominciare. Poi si vedrà”

Le riscritture non finiscono mai (anche se vinci il premio Strega)

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Nel 1989 Giuseppe Pontiggia (foto in alto), unanimemente ritenuto uno dei maggiori scrittori italiani della seconda metà del Novecento, pubblicò il romanzo La grande sera (con il quale vinse il premio Strega). Questo l’incipit del romanzo: «Dopo avere atteso altri dieci minuti sdraiata sul letto, lo sguardoContinua a leggere “Le riscritture non finiscono mai (anche se vinci il premio Strega)”