1. Sono arrivati gli alieni. Questa è una buona ragione per interrompere la lettura – qualunque cosa stiate leggendo ora2. D’accordo. Se non lo leggerete proprio tutto, nessuno ve ne farà una colpa3. Occhei. Se siete favorevoli alla creazione di un telefono rosacroce contro la diffusione della Gender Theory, a questa pagina potete fermarvi4. No: se avete comperato un biglietto per il prossimo viaggio del Titanic, non potete interrompere la lettura5. Se vi viene il sospetto che sia un falso, potete interrompere la lettura6. Se avete il dubbio di averlo giù letto a puntate in “vibrisse”, potete omettere del tutto la lettura7. Se siete già pienamente soddisfatte dele vostre parti aggettanti, potete lasciare questo libro ad altre8. Se non vi ricordate più dove l’avete messo, potete passare a un altro libro9. Oh, beh, se proprio vuole prima finirlo lui, pazienza
10. Ahimè, credo che ormai sia proprio impossibile finir di leggerlo.
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4 pensieri riguardo “Dieci buoni motivi per interrompere la lettura di un libro”
…e anche per oggi, mi sono fatta la mia buona dose di risate: grazie!
Una volta ritenevo peccato abbandonare la lettura di un libro. Era un dovere/obbligo finirlo, non so perché, ma preferivo una violenza autoinflitta al rimorso per aver ceduto al desiderio di abbandonare un libro. E’ tutta colpa dell’educazione ricevuta in una famiglia di lettrici incallite che, per fortuna, sapevano anche scegliere le letture, o forse un tempo il rischio di leggere “brutto” era contenuto, non so. Ora ho imparato che il rimorso non giustifica la violenza e che la lettura deve essere una gioia. basta un solo motivo per abbandonare la lettura di un libro: non piace.
Dopo il decalogo dei diritti del lettore di Pennac, anche questo ha la sua funzione. Personalmente già da molti anni ho preso l’abitudine di abbandonare la lettura di un libro che non mi piace, dopo le prime cinquanta pagine. E’ un patto che ho fatto con me stessa, questo delle cinquanta pagine, ma pure una punizione che mi autoinfliggo per avere buttato via i miei soldi.
Bene, se non si va in vacanza c’è sempre la BOTTEGA che ci pensa a farti trascorrere qualche minuto spensierato.
…e anche per oggi, mi sono fatta la mia buona dose di risate: grazie!
Una volta ritenevo peccato abbandonare la lettura di un libro. Era un dovere/obbligo finirlo, non so perché, ma preferivo una violenza autoinflitta al rimorso per aver ceduto al desiderio di abbandonare un libro. E’ tutta colpa dell’educazione ricevuta in una famiglia di lettrici incallite che, per fortuna, sapevano anche scegliere le letture, o forse un tempo il rischio di leggere “brutto” era contenuto, non so. Ora ho imparato che il rimorso non giustifica la violenza e che la lettura deve essere una gioia. basta un solo motivo per abbandonare la lettura di un libro: non piace.
Dopo il decalogo dei diritti del lettore di Pennac, anche questo ha la sua funzione. Personalmente già da molti anni ho preso l’abitudine di abbandonare la lettura di un libro che non mi piace, dopo le prime cinquanta pagine. E’ un patto che ho fatto con me stessa, questo delle cinquanta pagine, ma pure una punizione che mi autoinfliggo per avere buttato via i miei soldi.
Bene, se non si va in vacanza c’è sempre la BOTTEGA che ci pensa a farti trascorrere qualche minuto spensierato.