Dieci cose da scrivere o non scrivere in un’eventuale autopresentazione o curriculum che intendete allegare alla vostra proposta di romanzo

di giuliomozzi

[Nella foto qui sopra: un talent scout editoriale esibisce con fierezza un nuovo autore, appena pescato].

1. Se non avete mai pubblicato nulla (se non nel vostro blog o in Facebook o in qualche sitarello non proprio tra quelli più in vista), non scrivete: “Sono uno scrittore”. Non scrivete neanche: “Sono uno scrittore esordiente”, poiché per definirsi “esordiente” è necessario avere un libro appena pubblicato. Tanto meno scrivete: “Sono uno scrittore emergente”; vi piaccia o non vi piaccia, abbiano ragione o torto, i lavoratori dell’editoria seria concordano nel trovare questa autodefinizione molto ridicola.

2. Riportate fatti, non opinioni.

3. Fornite i dati fondamentali: l’età, i percorsi di studio e professionali, le città di residenza, quelle solite cose lì. Cercate di selezionare ciò che può interessare all’editore: se presentate un romanzo storico su Teodomiro Dal Negro, vale la pena magari di dire che vi siete laureati in Economia con una tesi di laurea intitolata Le carte da gioco aziendali: un business degli anni Settanta; se presentate un ciclo di romanzi fantasy erotici, forse il titolo della vostra tesi di laurea in Tecnologia dei materiali non è così rilevante (o mi sbaglio io, eh). Naturalmente non è indispensabile essere laureati, tutt’altro: l’autore di questo articolo non lo è, e ciononostante l’impertinenza non gli manca. Basta che non scriviate che avete studiato all’Università della Vita.

4. Non fate gli sbruffoni, dico ai maschi. Non sottovalutàtevi, dico alle donne. Peraltro la sbruffoneria è imperdonabile, la sottovalutazione no.

5. Se il vostro approccio alla letteratura (alla produzione di letteratura, non al consumo) ha avuto qualcosa di particolare, provate a raccontarlo brevemente. Se il racconto non viene breve, omettételo.

6. Non citate i vostri maestri, a meno che non siano davvero vostri. Non scrivete che i vostri “riferimenti” sono Fëdor Dostoevskij, Franz Kafka, Thomas Mann e Samuel Beckett: è come se al ristorante ordinaste carboidrati, proteine, vitamine e acqua. Se invece vi siete messi a scuola (simbolicamente) presso un autore un po’ bizzarro o marginale, o almeno del tutto fuori moda, ma fortemente caratterizzato, allora può valere la pena citarlo: Vittorio Beonio-Brocchieri o Ciro di Pers, per dire, vanno benissimo. Evitate in ogni caso di citare Charles Bukowski o John Fante.

7. Non scrivete che tifate il Milan o la Juve, non scrivete che avete la casa piena di gatti, non scrivete che siete abituati a lavorare in team, non scrivete che amate viaggiare (ma se per lavoro vi girate ogni anno tutti i cinque continenti, dìtelo), non scrivete che vi fate la birra in casa, non scrivete che siete un protagonista della movida cuneense (a meno che non sia vero, e che il vostro romanzo sia ambientato nella scena della movida cuneense), non scrivete che avete una casa a Cefalù ma non ci andate mai, non scrivete niente che serva solo a soddisfare il vostro ego. Il vostro ego non è interessante in ogni caso, la vostra opera potrebbe essere interessante.

8. Non scrivete che l’editor Tale o lo scrittore Talaltro hanno molto apprezzato la vostra opera, pur non potendo spendersi per farla pubblicare. Se non si sono spesi, è perché non hanno voluto spendersi; e se non hanno voluto spendersi, è perché non l’hanno apprezzata.

9. Non scrivete che dal giudizio che la vostra opera riceverà dipenderà la vostra scelta definitiva di dedicarvi o non dedicarvi alla letteratura: chi vi leggerà cercherà di valutare l’opera, e non ha voglia di vedersi appioppare il ruolo di decisore della vostra vita.

10. Non dichiarate il vostro orgoglio per l’opera che inviate. Lasciàtelo trapelare.

 

3 pensieri riguardo “Dieci cose da scrivere o non scrivere in un’eventuale autopresentazione o curriculum che intendete allegare alla vostra proposta di romanzo

  1. Un romanzo ambientato nella movida cuneese è per definizione un fantasy. 🙂

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