Le operette morali: un gioco di scrittura. Il bando, in dieci punti

Zero. Questo è un gioco, quindi prendetelo sul serio.

Uno. Prendete come modello le Operette morali di Giacomo Leopardi. Consideratele come se fossero un una raccolta di esempi, un ricettario di scrittura creativa, una crestomazia della prosa, una collezione di esercizi di stile. Vi troverete dei dialoghi in stile teatrale tra personaggi realistici (Un venditore di almanacchi e un passeggiere), tra personaggi mitologici (Dialogo d’Ercole e di Atlante), tra personaggi allegorici (Dialogo della morte e della moda), tra diavoli (Dialogo di Malambruno e Farfarello), eccetera; dei saggi o supposti tali (Storia del genere umano), dei bandi di concorso (Proposta di premi fatta dall’Accademia dei Sillografi), delle rivisitazioni satiriche del mito (La scommessa di Prometeo), delle reinterpretazioni di personaggi celebri (Il Copernico), dei saggi in forma di dialogo didattico (Il Parini ovvero Della gloria), dei prosimetri (Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie), delle raccolte di aforismi (Detti memorabili di Filippo Ottonieri), delle orazioni (Elogio degli uccelli), delle leggende (Cantico del gallo silvestre), dei falsi (Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco) e chi più ne ha più ne metta.
Se non avete le Operette morali sottomano, le trovate in LiberLiber.

Due. Cercate un tema. Sul tema vi lasciamo completamente liberi di scegliere, purché sia un tema che concerna in qualche modo la scrittura, la letteratura e i loro dintorni. Un Dialogo tra un correttore di bozze e un punto e virgola, un Breve trattato sulle parentesi, una Battaglia tra le virgolette inglesi e i caporali, un Cantico dei poeti inediti, un Ernest Hemingway accoglie Raymond Carver nel Paradiso degli scrittori, un Consigli di economia domestica a uso di scrittori e scrittrici con figli piccoli, un Del perché le donne leggono più dei maschi, un Confronto polemico tra la signora Strega e il dottor Campiello, un Elogio dei romanzi lunghissimi, un Discorso sull’invidia maschile verso Grazia Deledda, premio Nobel, e così via. Questi sono solo suggerimenti.

Tre. Scrivete. Non vi chiediamo di imitare l’inimitabile stile leopardiano, quel periodare quasi cinquecentesco, quel lessico iperletterario, eccetera. No. Siamo di questo tempo, scriviamo nei modi (notate il plurale) in cui si scrive nel nostro tempo.

Quattro. Rileggete, e spedite a bottegadinarrazione@gmail.com, avendo cura di scrivere nella riga dell’oggetto le magiche parolette: “Operette morali”. Ci sarà tempo fino al 20 luglio 2020.

Bottega di narrazione, Scrittura creativa, Corsi di scrittura creativa, Creative writingCinque. Aspettate.

Sei. Non appena avremo una certa massa di testi (quindi, eventualmente, anche prima del 20 luglio), cominceremo a pubblicare nel sito della Bottega di narrazione (bottegadinarrazione.com: dove siete adesso, insomma) le “operette” che ci sembreranno più interessanti, o divertenti, o bene scritte, od originali, o magari tutt’e quattro queste cose insieme. La pubblicazione allieterà – si spera – la vostra e la nostra estate, fino al 10 settembre 2020.

Sette. Tra tutte le “operette” ne sceglieremo una da premiare con un buono sconto per la partecipazione a un qualsiasi corso della Bottega di narrazione. Il valore del buono sarà di duecento euro.

Otto. Cinque tra le “operette” pubblicate saranno premiate con un dono in libri. Non necessariamente libri nuovi, non necessariamente libri usati, non necessariamente libri antichi: ma libri buoni e, se possibile, curiosi. Ogni dono consisterà di cinque libri.

Nove. La giuria del concorso è composta dai docenti della Bottega di narrazione. Il loro giudizio sarà insindacabile.

Dieci. Per ogni controversia si dichiara competente il foro di Bugliano.

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