di Giulio Mozzi
direttore della Bottega di narrazione
1. “No”.
(Marcel Marceau, in L’ultima follia di Mel Brooks).
2. “Passami l’olio”.
(Bettino Craxi, nel 1991, durante una cena, a un commensale che gli chiedeva cosa avrebbe fatto la domenica dei referendum per l’abolizione delle preferenze nelle schede elettorali).
3. “Disobbedisco”.
(Gabriele D’Annunzio, maggio 1919, alle autorità italiane che gli intimavano di desistere dall’impresa di Fiume).
4. “Rimettici l’accendino”.
(Jake Blues al fratello Elwood, in The Blues Brothers).
5. “Portaste il binocolo?”.
“No, ma portai il vostro ventaglio”.
(Achille Campanile, Lo strano mondo della grammatica, in Manuale di conversazione, 1973)
6. “Ma tu Pina a me mi ami?”. Lei fecette una pausa e poi mi dì:
“Io Ugo… ti stimo moltissimo!…”.
(Paolo Villaggio, Fantozzi totale, Einaudi 2010).
7. “Col sale”.
(Tradizionale. Dante Alighieri a un fiorentino che gli domandò: “Con che cosa?”. Circa un anno prima il medesimo fiorentino gli aveva domandato “Oh Dante, qual è il cibo che più ti piace?”, ottenendo la risposta: “L’ovo sodo”).
8. “Nessun problema”.
(Una delle tre estetiste protagoniste del film Le ragazze della terra sono facili [immagine in alto], all’extraterrestre desideroso di copulare con lei. Inizialmente scettica sulla possibilità dell’atto – considerate le differenze anatomiche tra umani e alieni ec. -, dopo un veloce esame dell’apparato genitale dell’extraterrestre la ragazza commentò appunto con la battuta riportata. Vedi).
9. “Recentemente”.
(Dotto, a nome di tutti i sette nani, rispondendo alla domanda di Biancaneve: “Quando vi siete lavati le mani l’ultima volta?”; nel film Biancaneve e i sette nani, 1937).
10. “Agli uomini di Bologna sta benissimo dov’è”.
(Una mano ignota, a Bologna, su un muro, in calce alla scritta di altra mano ignota “Le donne di Bologna vogliono l’apertura a sinistra”, circa 1977: si dice).
—-

Proprio Campanile, nel suo “Vite degli uomini illustri”, a partire dal miglior boccone di Dante seppe costruire uno dei suoi surreali ed esilaranti brani, o meglio seppe mostrare quanto di surreale c’era nell’aneddoto tradizionale.
Ma imparare da Campanile temo sia impossibile…