Decalogo per la scrittrice o lo scrittore esordiente

di Giulio Mozzi

[Vedi anche il Decalogo per l’aspirante scrittore o scrittrice, Decalogo per lo scrittore che è arrivato a un certo punto della carriera].

1. Hai pubblicato un libro. Bene. Non hai fatto altro che pubblicare un libro. Se ne pubblicano a bizzeffe.

2. Quasi tutti i libri pubblicati finiscono nel dimenticatoio. Dunque prepàrati.

3. Può darsi che il tuo libro cambierà il mondo. E’ più probabile che no.

4. Non è detto che le persone che ti vogliono bene apprezzino il tuo libro. Non disprezzarle per questo.

5. Non è detto che alle persone che ti vogliono bene importi molto del tuo libro: a loro importa di più il fatto che sei un buon compagno / una buona compagna di vita, una buona madre o un buon padre, una persona paziente e cordiale e gentile e presente quanto serve, eccetera. Apprezza il loro apprezzamento.

6. Non è detto che il giudizio sul tuo libro delle persone il cui giudizio è importante per te sia un giudizio positivo. Se il loro giudizio sarà negativo, ricorda che decidere che il loro giudizio non è importante per te è un gesto d’incoerenza.

7. Non è detto che chi ti dirà di aver apprezzato il tuo libro dimostri di averlo apprezzato per le ragioni che sono importanti per te. D’altra parte, Happy Days a te piace perché ti ricorda quand’eri un ragazzo, mica perché sia un buon telefilm.

8. E’ possibile che il senso che tu attribuisci al tuo libro venga completamente travisato dalla maggior parte dei lettori. E’ possibile che ciò dipenda da qualche difetto del libro.

9. E’ possibile che nessuno si fili il tuo libro. Ciò può dipendere dalla cattiveria del genere umano, ma anche da ciò che il tuo libro – al di là dell’affetto che gli porti, e dell’impegno che ci hai messo – effettivamente è.

10. E’ possibile che il tuo libro venda un milione di copie. Se ti comperi una bella casa fai bene, se cominci a crederti migliore di com’eri prima ti sbagli.

Pistoia, via Abbi Pazienza
Pistoia, via Abbi Pazienza

15 pensieri riguardo “Decalogo per la scrittrice o lo scrittore esordiente

  1. mah-mancan troppe sfumature in questo decalogo:la media dei libri degli esordienti venderà 3000 copie (parlo di editoria “nota”,piccola e media che sia,per la grande le cose cambiano un pò)ed è probabile che piu di un esordiente lo sappia,o che cmq gli si sia stato detto da editor,curatori,tranne nei pochi casi in cui la casa editrice decide che quello sarà il best seller di turno etc etc e in cui qui di profondono energie (ma sono,appunto ,casi)

    -happy days era tutt altro che un brutto telefilm per l’epoca (fine anni 70)i Chips eran meglio?dubito

    -sul punto 8 lecito nutrire dubbi:vedasi il caso famoso di va dove ti porta il cuore,il libro non è che avesse difetti tremendi,,poteva piacere o non piacere,ma la famosa nonna del libro fu recepita dal pubblico nella maniera opposta rispetto a come la Tamaro immaginava 🙂

  2. Davide: 3mila copie per un esordio di una piccola casa editrice, come media? Voglio pubblicare con questa piccola casa editrice! Secondo me ci aggiriamo sulle 300!

  3. Davide, non cominciamo a sparare cazzate. Un esordio a tremila copie è roba da leccarsi i baffi.
    L’esempio di Va’ dove ti porta il cuore è, per quello che ne so io, unico.
    Dire che in un articoletto di 312 parole (numeri compresi) “mancano troppe sfumature” mi pare strampalato. Nel Paternoster c’è meno robe che nella Bibbia, ma mi par normale.

  4. Helgaldo, la frase:

    D’altra parte, Happy Days a te piace perché ti ricorda quand’eri un ragazzo, mica perché sia un buon telefilm

    non significa che Happy Days non possa essere un buon telefilm. Almeno mi pare. (Es.: la mamma mi piace perché è la mamma, non perché sia bella; ciò non esclude che possa essere bella).

  5. Hai ragione, grazie del chiarimento, ora mamma Cunningham è più tranquilla sapendo che pensi bene di lei. Anche il signor Davide, sopra, aveva capito l’opposto di quello che volevi dire. Un po’ di ambiguità c’è a una lettura veloce… 🙂

  6. Il primo punto del decalogo mi fa venire in mente il giorno in cui dissi con entusiasmo a mia madre che avevo cominciato a scrivere.Lei mi rispose:Scrivono tutti,puoi farlo anche tu.Non era evidentemente un incoraggiamento,anzi tutt’altro ma cominciai lo stesso.

  7. Per il punto 6 mi appello al seguente emendamento: “Quando l’anima sarà diventata forte potrà spalancare le finestre della sua stanza, mettere il vestito più bello, aprire la porta e fare entrare il dolore, come si fa entrare in casa un amico fraterno indispensabile alla propria vita.”

  8. sul mio romanzo ho posto molto aspettative. Ho ricevuto apprezzamenti da lettori estranei mentre i familiari sono stati immuni alla lettura, come se leggendo le pagine del romanzo potessero trovare una qualche verità nascosta. Lo hanno acquistato e messo in libreria insieme agli atlanti. Libri che non sfoglieranno mai.

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