di Giulio Mozzi
[Vedi anche il Decalogo per la scrittrice o lo scrittore esordiente, Decalogo per lo scrittore che è arrivato a un certo punto della sua carriera]
1. Può darsi che non sia questa la tua strada.
2. Potresti essere capace di diventare uno scrittore mediocre, e niente di più: l’importante è che tu non creda di essere qualcosa di più.
3. Potresti essere capace di diventare uno scrittore discreto, e niente di più: l’importante è che tu non creda di essere qualcosa di più.
4. Potresti essere capace di diventare uno scrittore gradito alla Società Letteraria: non lasciare dunque che la Società Letteraria s’impadronisca di te.
5. Potresti essere capace di diventare uno scrittore di grande successo commerciale: non lasciare dunque che il Commercio s’impadronisca di te.
6. Potresti essere capace di diventare uno scrittore amato da pochi lettori, ma molto amato: non lasciare dunque che questo Amore s’impadronisca di te.
7. Potresti non risultare gradito alla società letteraria, non avere grande successo commerciale, non essere molto amato dai tuoi pur pochi lettori (vedi i punti da 1 a 3).
8. Potresti avere una sola storia da raccontare, e raccontare sempre quella.
9. Potresti avere una sola storia da raccontare, e fallire ogni tentativo di raccontarne un’altra.
10. Potresti essere uno o una le cui opere durano nei secoli: ma la tua vita, come quella di tutti, è un tempo breve:

speriamo che in pochi prendano troppo sul serio la 8, chi racconta sempre la stessa storia ma piu o meno variegata nel linguaggio,alla lunga annoia comunque
Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen
Angele Dei, qui custos es mei, me tibi commissum pietate superna illumina, custodi, rege et guberna.
Amen. 🙂
“Esistono, diceva Marina Cvetaeva, poeti del fiume e del lago. I poeti del fiume hanno un corso, uno sviluppo… I poeti del lago sono invece i poeti dell’ossessione: due o tre temi insistenti, sempre gli stessi” (Milo de Angelis)
11. Potresti riciclarti come copy se rientri nei primi 10 punti. Immagineresti, potresti.
1B. Ma se non la percorri, anche con fatica e lavoro, e tempo dedicato, diavolo, come fai a saperlo? O “credi” di saperlo?
mi piace molto scrivere e quando lo faccio mi sento libera per cui continuo a scrivere. Non ho la presunzione che qualcuno legga o possa apprezzare ciò che tiro fuori,ma per me è magia pura.
e fu così che gli aspiranti scrittori rinunciarono alla Bottega di narrazioni. O no?
Irene: c’è appunto una certa differenza tra scrivere per sé e scrivere per parlare con altri.
Anna Maria: nella Bottega cerchiamo di ammettere persone che abbiano qualche chance. Come tuttti, possiamo sbagliarci.
Temo proprio di sì. Ahimè per la bottega di narrazione!
L’ha ribloggato su bibolottymoments.
Non ho visto “Potresti sternutire e proiettarti con la bocca aperta sulla penna morendo orribilmente mentre scrivi la parola fine in calce al tuo capolavoro con moglie e figli”.
ma Giulio! in realtà le alternative sono due: la 1-9 e la 10!!! 😀
La disillusione è una preziosa fonte di felicità.
Non vedo altre strade; tendo a sminuirmi; sono certa di non essere gradita alla società letteraria e nemmeno potrei aspirare a tanto in futuro; non sono materialista anche se riconosco il valore dei soldi; non amo le cerchie ristrette perché tendono a soffocare; in merito alle 8, 9 e 10 non mi preoccupo, durata della vita a parte… Ora la domanda è: questo significa che io potrei avere tutte le strade aperte oppure che, siccome corrispondo al decalogo dell’aspirante, potrei rischiare di restare tale a vita? In questo caso, sì, mi servirebbe più coraggio per scoprire la risposta anzitempo…
Giulio come faccio a capire se quello che scrivo è solo per me o è estendibile anche ad altri?
Ma.Ma.: quando si dice: “Potrebbe piovere”, s’intende che potrebbe anche non piovere.
Irene: a volte ci si innamora perché si vuole possedere l’altro, a volte perché si ha voglia di starci bene insieme. Basta un po’ di lucidità per accorgersi della differenza.
Giulio, certo, tutto è possibile e anche il contrario di tutto, si capisce bene dal decalogo. Per questo nel dubbio mi sono basata solo sulle cose “certe”, quelle che si trovano dopo i due punti (no, non prendo troppo seriamente il gioco, solo mi piace giocare). “Potrebbe piovere: l’importante è avere un ombrello per non bagnarsi.” Almeno quello ce l’ho. Poi è vero che se non verrà a piovere non mi servirà a nulla. Da qui la mia domanda. Chissà se resterò solo una con un ombrello che non aprirà mai.
Giulio il tuo parlare mi risulta oscuro.Continuerò tuttavia a scrivere amodo mio.mi viene da pensare che probabimente quello che scrivo potrebbe tradursi in una sorta di diario personale’
Basta essere se stessi! Non dare giudizio alle mie idee scaricate nell’alba dei tramonti orbe e vili schiavo del commercio torsolo di marcio! “Solo la Morte!” Sarà giudice delle mie parole date per salvare la mia anima designata amante e cornuto! Per’che dovrei? A chi rendere le mie chiavi? Magari,al passo che spinge la mia poca voce nel rauco fermo dichiarandosi perdente? M’importa un cazzo! Vado e rientro dalla porta socchiusa in attesa che la mia vita cambi di male in peggio nelle correnti vento senza illusioni scaricandomi nel corpo dei miei pochi averi vero, e cuore, dentro la modestia! Capite, Che non posso farne a meno dell’inchiostro eiaculante sul bianco d’una vergine pagina salva vita? Mandatemi a’fan’culo senza misericordia! Usate come carta igienica le mie stronzate! “Arrendersi al critico editore e giustiziere “e, come masturbarsi difronte all’amore Madre delle nostre fantasie!
Calma, eh!
Luca cadeva dalla sua moto in un assolato pomeriggio d’estate.Sarebbe rimasto sull’asfalto:la bocca piena di polvere e sangue.Isuoi amici anche loro motociclisti di vecchia data, lo avevano soccorso immediatamente.Erano scesi velocemente dalle moto,ma avevano capito subito che Luca era andato, andato per sempre.Attoniti avevano raccolto tutte le forze a difesa del cuore.Nella generale concitazione Fausto aveva cominciato a piangere.Le lacrime scendevano dal suo viso in maniera copiosa,o proprio come una pioggia abbondante. . .Ciao Giulio.Io scrivo in questo modo.
Non ci sto capendo più molto… Pensavo fosse un utile memorandum da consultare, con la stessa efficacia, momenti belli e brutti… Invece i commenti mi stanno spiazzando…
Rollo: forse cercavi qualcosa tipo Tutte le cose che un autore alle prime armi deve sapere sul conto degli editori? (leggere i commenti, le domande, e le mie risposte).
Irene, tu ti faresti un’opinione definitiva su una persona avendo a disposizione meno di sei secondi per parlarci? Allo stesso modo per me è difficile farmi un’opinione su una scrittura sulla base di neanche sei righe.
Posso solo farti notare che
– il “cadeva” nella prima riga, essendo un imperfetto, dovrebbe indicare un’azione non ancora completata. Invece, nelle frasi successive, l’azione è data per completata. Meglio, quindi, un “cadde”.
– i pomeriggi d’estaste sono spesso “assolati”. Ovvero: il difetto di formule come questa (o come “calda estate”, “freddo inverno”, “piovoso autunno”, eccetera), è che gli aggettivi specificano al lettore ciò che il lettore si è già immaginato da sé sulla base del sostantivo.
– il “sarebbe rimasto” della prima frase rimanda a un tempo successivo. Invece l’azione si svolge tutta di seguito. Megli, quindi, un “rimase”.
– come fa Luca ad avere la bocca piena di “polvere”, se è caduto “sull’asfalto”? Se ha un casco integrale (come ci si può aspettare in un motociclista “di vecchia data”), come fa ad avere la bocca piena di “polvere”? (magari si capisce da quello che viene dopo; ma io posso ragionare solo sulle sei righe scarse che ho).
– in “i suoi amici”, il possessivo non è necessario (se scrivi “gli amici”, non è che il lettore s’immagini che si tratti degli amici di qualcun altro).
– se gli amici lo hanno soccorso “immediatamente”, è ovvio che sono scesi dalle moto “velocemente”. Quindi uno dei due avverbi è di troppo.
– la formula “andato, andato per sempre” non dice niente di più della sola parola “andato” (o, più tecnicamente, “morto”).
– se gli amici sono “attonici”, mi pare un po’ difficile che ci sia “concitazione”. L’attonimento porta con sé un’idea di incantamento (dall’attonimento ci si deve “destare, riscuotere”, secondo gli esempi forniti dalla Treccani s.v.); mentre la concitazione porta con sé un’idea di agitazione.
Eccetera.
No, il decalogo mi è chiaro (anche nei suoi intenti) così come l’altro che mi ha citato e che riguarda gli editori (sul sito li ho letti praticamente tutti, essendo una sezione, quella dei decaloghi, che mi pare istruttiva e divertente al tempo stesso). Quello che non ho capito sono alcuni commenti successivi e che cosa li ha generati… ripeto: il decalogo a me sembra chiaro e, per quella che è la mia esperienza, condivisibile. Evidentemente do per acquisito un dato di fatto (quello della chiarezza dei dieci punti) non condiviso.
Condivido tutte le osservazioni e correzioni che hai evidenziato.Questa storia è accaduta davvero ad un mio compagno di infanzia.Ho voluto immaginarla cosi sulla scorta dell’ onda emotiva che ha scatenato in me come tutto il resto della storia che ho continuato a scrivere.
Ma come, Irene! Avevi scritto:
e ora condividi “tutte le osservazioni e correzioni”?
🙂
Non mi ero accorta degli errori che mi hai segnalato.Continuerò a scrivere stando più attenta sicuramente.
O forse dovrei tenere a mente il punto primo del tuo decalogo?
Il decalogo va tenuto a mente tutto. (E comunque, Irene, non sarò certo io a poterdi dire – sulla base di poche righe – se questa è o non è la tua strada).
Grazie Giulio.Io credo che le 40 pagine che ho scritto siano belle anche se magari non mancano di errori grossolani o di avverbi “troppi”.Ho ed esercito la volontà di continuare a scrivere la storia degli amici di Luca dopo la sua dipartita. Mi piace immaginare tutto questo.
Mi piace immaginare che ci sia stato un seguito ed ho voluto tradurre questa immaginazione raccontando la vita di ciascuno di loro dopo la sua morte,ciao
11) Potresti essere uno scrittore o una scrittrice a cui piace scrivere e basta. Non è detto che tu venda, che tu piaccia o che tu sia amato e apprezzato ma grazie a Dio sei una persona sana di mente (quasi) te ne sei fatto già una ragione. Amen.
P.S. Ho lasciato qualche virgola e una “e”. Amen.
Io farei:
Oppure:
Il posizionamento della “e” è decisivo.
Perchè l’immagine di una pompa elettrica?