Dieci buoni motivi per sostenere che la Bottega di narrazione è peggiore di tutte le altre scuole di scrittura creativa italiane

di giuliomozzi

1. La Bottega di narrazione è diretta da Giulio Mozzi. Nessun’altra scuola di scrittura creativa, in Italia, e per fortuna, è diretta da Giulio Mozzi. Qaunto ai motivi per cui Giulio Mozzi è il peggior direttore di scuola di scrittura creativa (nonché il peggior insegnante di scrittura creativa) che si possa trovare in Italia. li avete davanti al naso (o se preferite: sotto gli occhi).

2. Nella Bottega di narrazione c’è l’aria condizionata d’estate e il riscaldamento d’inverno. Spesso però il riscaldamento non si avvia, o l’aria condizionata si inceppa. Quasi sempre piove acqua dai diffusori (e tocca darsi da fare con secchi, spazzoloni e stracci). Sono consigliati, comunque: cappotti per l’estate, canottiere per l’inverno, e l’ombrello sempre.

3. Nella Bottega ci sono due bagni: uno ha la porta che non si chiude e l’altro ha il lavello che non dà acqua. Nell’uno e nell’altro talvolta manca la carta igienica.

4. Situata in una zona desolata del nebbioso capoluogo lombardo, la Bottega è circondata da pensioni che sono topaie, antiche osterie trasformate in mangiatoie (e gestite da cinesi), caffetterie dal titolare scorbutico. A un passo c’è anche un localino assai trendy, dove però anche per un semplice panino serve la carta di credito.

5. L’aula della Bottega di narrazione è dotata di un anonimo arredamento Ikea, asettico e malmontato, integrato da alcuni tavoli da giardino in orribile plastica verdona. Le scomodissime sedie pieghevoli Gunde, dal celebre ripiegamento incomprensibile, hanno finora tranciato almeno sei dita (due delle quali, pare, dalla medesima mano).

6. Il vicinato è assai gradevole. (La frase è ironica, onde evitare denunce per diffamazione).

7. Nella Bottega di narrazione spesso si festeggia: serate danzanti, aperitivi a base di caviale, competizioni enogastronomiche del tipo Sud contro Nord (cannolo contro cassoela, per spiegarsi). In qualche modo bisogna pur combattere la disperazione.

8. Avendo i più recenti studi stabilito che nell’èra di Facebook il tempo massimo di attenzione di una persona adulta e motivata è di 8 minuti, le lezioni della Bottega di narrazione di svolgono in cicli di 8 ore.

9. Nela Bottega di narrazione non c’è il wi-fi, i pennarelli della lavagna sono sfiatati, le prese elettriche sono irraggiungibili, il proiettore ha una spiacevole tendenza a fulminare la lampada. Carta e penna sono ammessi, ma bisogna portarseli da casa.

10. Tornando al punto 1: fortunatamente nella Bottega di narrazione insegnano anche Claudia Grendene, Gabriele Dadati, Demetrio Paolin, e saltuariamente il riluttantissimo Massimo Cassani. Che se foste solo nelle mani del Mozzi, figuriàmoci.

Se volete invece sapere quali sono i motivi per cui la Bottega di narrazione è la migliore tra le scuole di scrittura in Italia, leggete qui.

[E se avete avuta la pazienza di leggere fin qui, magari potreste farmi anche la gentilezza di dare un’occhiata al bando del Corso fondamentale di narrazione, che si terrà nei primi mesi del 2018 a Milano e a Cagliari. Grazie].