I dieci segreti veramente indispensabili per scrivere un’ottima sinossi del tuo romanzo

di Giulio Mozzi
direttore della Bottega di narrazione

1. Non chiamarla sinossi. Stando al dizionario (qui mi affido al Treccani) la sinossi è un “compendio, esposizione sintetica e schematica di una materia, di una disciplina, di una scienza, di un periodo storico o letterario, ecc., fatta in modo che i dati si possano facilmente e rapidamente trovare o confrontare tra loro (ricorrendo talora alla sistemazione in tavole sinottiche e alla disposizione in colonne parallele)”. Qui sotto, per esempio, puoi vedere una tavola sinottica dell’evoluzione della vita sulla terra:

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Oppure guarda su in alto, l’immagine in cima all’articolo: il Beato Angelico ci fornisce in primo piano la scena dell’Annunciazioe e, sullo sfondo, a sinistra, la scena della Cacciata dal Paradiso terrestre; mentre nelle decorazione dell’edificio troviamo rappresentato il Cristo adulto. L’affresco forma così un’autentica sinossi della storia della caduta e salvezza dell’umanità. Se la cosa che tu chiami sinossi non somiglia, a vederla, a questa roba qui, probabilmente non è una sinossi. Ciò che finora hai chiamato sinossi puoi chiamarlo: riassunto della storia, soggetto (con parola rubata al cinema, che a me pare piuttosto pratica), sintesi, abstract (con parola rubata al gergo degli articoli scientifici: non bene, secondo me). (E lo so, lo so, che oggi le tavole sinottiche è di moda chiamarle infografiche; ma appunto, se ciò che chiami sinossi non somiglia a un’infografica, non è una sinossi).

2. Il soggetto – io lo chiamerò così – deve raccontare con chiarezza e brevità la storia. Ripeto: il soggetto deve raccontare la storia, non il romanzo. Se nel romanzo hai fatto ampio uso di montaggio, flashback, flashforward, eccetera, o se il tuo romanzo è scritto su una serie di schede da combinare liberamente, non ha importanza: tu, nel soggetto, racconterai la storia dal principio alla fine. Eventualmente, dopo che l’avrai raccontata lascerai una riga bianca, e aggiungerai un capoverso o due per spiegare il modo in cui, nel romanzo, l’hai raccontata.

3. Ho detto dal principio alla fine, e qui ripeto: dal principio alla fine. Un soggetto non è una quarta o un risvolto di copertina. Non ha lo scopo di stuzzicare la curiosità del possibile acquirente di una copia del libro. No. Non deve lasciare in sospeso, nascondere informazioni, e così via. Ha lo scopo di suscitare l’interesse di un editore che, eventualmente, sulla produzione e distribuzione e promozione del libro investirà alcune migliaia di euro. E ha quindi il diritto – visto che al momento deve decidere, in sostanza, se dedicare qualche ora della sua vita a leggere quello scartafaccio – di essere informato nel modo più puntuale possibile. Fa’ conto di essere davanti a un medico che ti fa l’anamnesi.

4. Scrivi il soggetto in modo piano. Se nel romanzo hai adottato una lingua scoppiettante, gaddiana, michelemariana, riverruniana, klingoniana, esperàntica, dialettale, miscugliata, taliàta e trasìta, fa niente: il soggetto dovrà essere scritto in italiano. Nel dubbio, puoi accompagnare al soggetto un estratto dal testo: breve, una cartella, non di più, tanto per dare un’idea. L’editore dovrà solo decidere, dalla lettura del soggetto (e dall’eventuale estratto), se leggere (o far leggere) il testo o se metterlo da parte. La decisione vera, se pubblicarlo, verrrà dopo la lettura integrale, spesso dopo più letture.

5. Il soggetto – ma mi pareva di averlo già detto – deve raccontare la storia. Non deve esporre i temi. Un soggetto che cominci con una frase del tipo: “Questo romanzo tratta dell’impossibilità del vero amore tra una persona molto alta e una persona molto bassa”, è sbagliato. Racconta la storia, insisto: e la storia mostrerà da sé il proprio tema. (In particolare, non usare mai la prola incomunicabilità: nell’editoria italiana è stata proscritta da almeno ventinove anni).

6. Se pensi che la tua storia abbia degli interessanti “agganci” con l’attualità, non dirlo. Non dirlo, perché (a) se gli “agganci” ci sono, se ne accorgerà anche l’editore leggendo il soggetto, e (b) ciò che è attuale oggi potrebbe non essere più tanto attuale, anzi essere ormai una roba che non se ne può più, nel momento in cui il tuo romanzo effettivamente sarà, se sarà, pubblicato (un editore serio difficilmente pubblica prima di un anno ciò che decide oggi di pubblicare: c’è da fare il collocamento nel piano editoriale, l’editing, la promozione in libreria, eccetera eccetera).

 

7. Se la tua storia è molto complessa può aver senso fare due soggetti: uno piuttosto breve, diciamo da mezza cartella a una cartella, in cui la faccenda sia raccontata per sommi capi, e uno adeguatamente lungo in cui sia raccontata più per esteso. Se la tua storia prevede dei séguiti, dopo il soggetto del volume che presenti aggiungi un capoverso per ciascuno dei previsti volumi successivi.

8. A prescindere dalla persona che hai adottata nel tuo romanzo, il tuo soggetto sia scritto in terza persona – con un narratore onnisciente.

9. Impagina chiaramente il tuo soggetto. Lascia ampi margini. Usa un carattere dei più usati, un Garamond, un Calibri, un Times, un Cambria; niente caratteri sciccosi, niente svolazzi. Se lo stampi, stampa in inchiostro nero. Se spedisci il tuo romanzo per posta elettronica (nella riga dell’oggetto puoi scrivere semplicemente il titolo), metti il soggetto in un documento allegato (riassumendo nel corpo dell’email proprio l’essenzialissimo essenziale). Ricorda di mettere nei fogli che compongono il soggetto il tuo nome e i tuoi recapiti (idem nella prima pagina del documento che contiene il romanzo).

10. Non esprimere giudizi sul tuo romanzo. Non descriverlo come “un romanzo avvincente nel quale il protagonista affronta avversità di ogni tipo pur di difendere la propria libertà e realizzare i propri sogni”: scrivi che cosa effettivamente fa, questo benedetto protagonista. E non descriverlo nemmeno con un gergo da critica letteraria: che tu sappia a memoria Genette e Sklovskij è certamente una buona cosa, ma mai nessun romanzo è stato pubblicato perché l’autore sapeva a memoria Genette e Sklovskij. Analogamente, non lanciarti in considerazioni commerciali: se il tuo romanzo sarà facile o difficile da vendere l’editore lo sa assai meglio di te. E tocca a lui decidere se arrischiarsi o no.

4 pensieri riguardo “I dieci segreti veramente indispensabili per scrivere un’ottima sinossi del tuo romanzo

  1. Caro Giulio Mozzi, le indicazioni che lei ha dato posso essere valide anche per sottoporre un gioco di ruolo a un editore? Va da sé che non ci sarà una storia da spiegare dall’inizio alla fine, bensì il senso e lo scopo del gioco, giusto? Grazie per i suoi suggerimenti, sono sempre molto utili.

  2. Caro Giulio Mozzi, le indicazioni che lei ha dato possono essere valide anche per sottoporre un gioco di ruolo a un editore? Va da sé che non ci sarà una storia da spiegare dall’inizio alla fine, bensì il senso e lo scopo del gioco, giusto? Grazie per i suoi suggerimenti, sono sempre molto utili.

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