di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione
Non ce ne accorgiamo nemmeno più, probabilmente, ma: quanti sono i modi di dire che coinvolgono animali? Prima di tentare un elenco sommario, due considerazioni:
Prima considerazione. Tutti questi «modi di dire» sono in origine delle similitudini («sei forte come un leone», «hai la forza di un leone», ec.); eliminando il «come» o le altre parole che segnalano la similitudine si sono trasformati in metafore («sei un leone»); le metafore sono pian piano entrate nell’uso e non le percepiamo più come tali: sono diventate delle catacresi. Molti di quelli che chiamiamo «modi di dire» sono appunto delle catacresi.
Seconda considerazione. Gli animali coinvolti in questi modi di dire appartengono, in linea di massima, a due categorie: gli animali domestici e gli animali mitici. Quasi nessuno di noi ha avuto che fare con un leone, e probabilmente anche nei secoli passati il leone era, più che un animale del quale si avesse esperienza diretta, una creatura mitica. Oggidì ben pochi di noi hanno direttamente che fare con conigli, galline, lepri o asini: ma i modi di dire si sono consolidati nella lingua quando le relazioni tra umani e animali erano ben diverse rispetto a oggi. Di conseguenza, quando diciamo a qualcuno «sei un pollo», in realtà non sappiamo bene che cosa gli stiamo dicendo: è probabile che non abbiamo in mente un’idea precisa, fondata sull’esperienza, di che cosa sia un pollo; e non sappiamo quindi a quali abitudini di vita, a quali caratteristiche del pollo facciamo riferimento con le nostre parole. Paradossalmente, gli animali che appartengono alla sfera mitica ci sono più noti, o più esattamente: ci sono noti proprio per quelle abitudini di vita, per quelle caratteristiche che entrano in gioco nei modi di dire. E che possono essere, lo dico en passant, anche piuttosto diverse dalle abitudini di vita e dalle caratteristiche reali. E notiamo, infine, che animali entrati di recente nel nostro habitat (es. le nutrie) non hanno ancora dato vita a modi di dire specifici.
Naturalmente ci sono animali che appartengono a entrambe le sfere: la volpe, come animale non domestico ma quotidiano, apparteneva una volta all’ordinaria esperienza; e apparteneva anche al mondo delle favole, cioè del mito. (Poi, per carità, le cose sono diverse da luogo a luogo: l’ultima volta che mi è successo di vedere una volpe è stato in pieno centro di Londra, dalle parti di Central Station; mi dicono che lì è normale).
Ecco dunque un parzialissimo elenco:
occhio di falco
impaperarsi
una fedeltà canina
curioso come un gatto
un avvoltoio (detto di chi attende la rovina altrui)
un pescecane (sarà un capitalista)
un pugno di mosche
ha un sacco di mosconi che le girano intorno (detto di una bella donna)
strillava come un’aquila
incazzato come una iena
è una formichina, ogni mese mette via qualcosa
si gode la vita, è una cicala
è un grillo
il grillo parlante
cervello di gallina
non fare il galletto
sei proprio un’oca
Mario è un porco
Luisa è una troia
mi ha fatto una porcata
non fare maialate!
è una canaglia (deriva da «cane», naturalmente)
ti schiaccierò come uno scarafaggio!
sul lavoro è un mulo
operosa come un’ape
la Vespa, l’ApeCar
il muletto (strumento per trasportare carichi pesanti)
un motore da tot cavalli
una risata cavallina
lui era uno scricciolo, lei una cavallona
è un topo di fogna
muto come un pesce
Gina è una balena (è molto grossa di corporatura)
bravo merlo!
è buono, ma un po’ tordo
non è un’aquila
un naso aquilino
sculetta come un’oca
«Via di qua!», starnazzò la portinaia
si attraversa sulle zebre
scopa come un coniglio
corre come una lepre
furbo come una volpe
le classi-pollaio
è un po’ orso, ma per timidezza
il Biscione
una serpe in seno
Tu vipera gentile (titolo di un romanzo di Maria Bellonci)
Una vipera sarò (canzone: musica di Giuni Russo e Maria Antonietta Sisini, parole di Franco Battiato con citazioni dall’aria Una voce poco fa dal Barbiere di Siviglia di Rossini, libretto di Cesare Sterbini)
immunità di gregge
tutti pecoroni
è una capra in matematica
zampe di gallina (detto della scrittura)
sei un asino!
dente di leone (un fiore: detto anche tarassaco o soffione)
sangue di drago (unguento)
sei un drago!
indossò il pipistrello
jeans a zampa di elefante
un collo da giraffa
canta come un usignolo
beve come un cammello
pavoneggiarsi
quando s’arrabbia diventa una tigre
ha una memoria da elefante
Gli elefanti (nome di una collana di classici dell’editore Garzanti)
Noi siam come le lucciole / che brillan nelle tenebre…
(continuate voi…)
Se vi interessa diventare un po’ più consapevoli di che cosa si nasconde nelle pieghe della lingua che parlate e scrivete, potrebbe interessarvi il corso Fondamenti di stile che condurrò, dall’11 settembre 2021, con l’affiancamento di Manuela Mazzi. Il corso è organizzato in collaborazione da Bottega di narrazione di Milano e da Photo Ma.Ma. Edition di Minusio. Qui il programma dettagliato.
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Mi ero reso conto di questo fenomeno preparando una lezione di italiano per stranieri incentrata proprio sull’uso degli animali per indicare le qualità/i difetti delle persone. Venne fuori una lista incredibile (anche di pregiudizi!)