Per uccidere ci vuole occhio, ma anche per scovare gli assassini

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di Giulio Mozzi
direttore della Bottega di narrazione

Nei Racconti di padre Brown di G.K. Chesterton – che hanno per protagonista un sacerdote-investigatore – ce n’è uno particolarmente interessante. S’intitola L’uomo invisibile. La storia è classica:

In un grande palazzo il signor Smythe – un uomo, va detto, piuttosto piccolo – scompare dal suo studio. Viene trovato poco distante, in un canale, ucciso con una pugnalata al cuore. La prima domanda è: chi è entrato nel palazzo? Tutti rispondono: nessuno che non fosse ben conosciuto. Il portiere, soprattutto – non un portiere che sta chiuso nel suo gabbiotto, ma uno che se ne sta in divisa sempre davanti al portone – assicura: nessuno che non fosse ben noto è entrato nel palazzo, e soprattutto nessuno è uscito con un cadavere tra le braccia. Nell’indagine viene coinvolto padre Brown, che parla con le persone che svolgono le indagini e con i testimoni. Poi pensa. E a un certo punto dice:

«Oh che sciocco! Ho dimenticato di chiedere una cosa al poliziotto. Vorrei sapere se hanno trovato un sacco color sabbia».
«Perché un sacco color sabbia?», chiese Angus stupito.
«Perché, se fosse di un altro colore, saremmo al punto di prima», disse Padre Brown, «ma se era un sacco color sabbia, ebbene, la faccenda è chiarita».

Il sacco color sabbia naturalmente si trova.

Ci siete arrivati? No? Allora vi do un piccolo aiuto. Immaginate il palazzo. Un grande palazzo, con abitazioni e uffici. A una cert’ora le persone escono dalle abitazioni – vanno al lavoro, a fare commissioni – e altre entrano per recarsi negli uffici. A una cert’ora del mattino è tutto tranquillo. Magari il portiere potrebbe distrarsi un attimo, no? Magari gli impiegati sono un po’ tutti uguali, no? Ecco: siete fuori strada. La soluzione di padre Brown è un’altra:

«È vestito di un bell’abito rosso, azzurro e dorato», rispose il prete con prontezza e precisione, «e in quest’abito notevole, anzi vistoso, è entrato in quella casa sotto gli occhi di quattro persone, ha ucciso Smythe a sangue freddo, e poi è sceso di nuovo in strada col cadavere fra le braccia…»
«Reverendo», esclamò Angus, fermandosi, «lei è pazzo, o lo sono io?»
«Non è pazzo, ma è poco osservatore. Non ha osservato un uomo come questo, per esempio.»
E, fatti tre rapidi passi innanzi, pose la mano sulla spalla di un comunissimo postino che era passato accanto a loro senza che l’avessero notato, all’ombra degli alberi.
«Nessuno nota mai i postini, non si sa perché», disse pensosamente. «Eppure essi son soggetti alle passioni come gli altri uomini, e portano anche dei grossi sacchi dove un piccolo cadavere può esser nascosto facilmente.»

Un postino all’incirca dell’epoca di padre Brown.

In un romanzo o racconto di Raymond Chandler, non so più quale, di un personaggio a un certo punto si dice più o meno: entrò nella stanza e si guardò attorno, come quelli che non sanno guardare. Se hai intenzione di scrivere un romanzo giallo, o anche un romanzo non giallo, ma in particolare se hai intenzione di scrivere un romanzo giallo, è necessario che tu impari non solo a guardare, ma anche a immaginare gli sguardi degli altri. In tutti i romanzi di Conan Doyle, per esempio, è sempre evidente che il dottor Watson e Sherlock Holmes guardano in modo completamente diverso. E, notiamo: lo sguardo poco attento del dottor Watson, che è il personaggio-narrante, è necessario alle storie. Se a raccontare fosse Holmes, tutto sarebbe chiaro fin dal principio – non la soluzione dell’enigma, ma sicuramente la via attraverso la quale alla soluzione si arriva.

Proviamo a fare un piccolo esercizio:

Ecco: se avete sgamato la faccenda, forse siete pronti. Se non l’avete sgamata, forse ancora no.

In ogni caso, provate a considerare l’ipotesi di frequentare il «Laboratorio annuale del giallo» della Bottega di narrazione, condotto da Massimo Cassani, autore di svariati romanzi gialli e d’altri colori, nonché di un prezioso libretto sull’invenzione della trama, e da Giovanni Zucca, conoscitore enciclopedico della narrativa del delitto e del mistero.

Il «Laboratorio annuale del giallo» inizierà l’11 dicembre 2021 e si concluderà nel settembre 2022. Prevede 110 ore di lavoro in aula, tutoraggio continuo, ospiti illustri, e soprattutto tanto tanto lavoro su trama e testo. Qui trovate il programma dettagliato.