di Giulio Mozzi
[Vedi altre dieci cose].
1. Assicuratevi (parlate con l’editore, col tipografo, con la cartiera, con la legatoria) che le caratteristiche fisiche del libro nel quale apparirà la scena di sesso permettano di reggerlo con una mano sola per un tempo sufficiente.
2. Siate coerenti nel registro linguistico. Se scrivete “Egli infisse l’obelisco nel bosco sacro”, poi potrete scrivere anche “Egli piantò l’aratro nel solco della Madre Terra”; ma non potrete scrivere “Lui le infilò il coso nella cosa”.
3. Le scene di sesso non sono compatibili con l’ironia. Se scrivete “Beppe aveva un’eiaculazione così precoce che fu assunto all’ufficio Previsioni del tempo”, nessun lettore poi vi prenderà sul serio quando porterete Beppe a letto con la biondona dei suoi sogni (al massimo, vi accuseranno di aver rubato la battuta a Woodie Allen, o l’idea al saggio di Isaac Asimov sulle proprietà endocroniche della tiotimolina risublimata).
4. Non siate autobiografici. Il vostro partner potrebbe smentirvi pubblicamente.
5. Guardatevi dalla volgarità, oppure siate parossisticamente volgari.
6. Ricordate che spesso l’eufemismo è più volgare del termine esplicito. Un esempio:
henry – io ho una gran voglia di farti il puffo.
anais – io ho una gran voglia di puffarmi te.
henry – me lo fai diventare puffo, dopo mi tocca puffarlo.
henry – adoro puffarlo davanti a te.
anais – un po’ di puffo ci vorrebbe ora.
henry – mi piacerebbe puffartelo sul puffo usando il puffo.
anais – io pufferei te e poi mi metterei a puffare.
henry – vorrei puffarti la puffa mentre lo puffo sulle tue puffe.
henry – passare la puffa dietro i puffi dei tuoi puffi.
henry – le mia dita puffano con i tuoi puffi e il tuo puffo viene da me.
anais – comincio a sentire puffi.
anais – e mi puffo.
anais – sulla tua puffa.
anais – mi puffi a puffa in giù.
anais – voglio puffare la tua puffa dappertutto.
anais – puffami puffami puffe.
anais – fammi sentire la tua puffa.
henry – la mia puffa si puffa sul puffo, le mie puffe lo puffano, la puffa si puffa in quel puffo puffo.
henry – sta puffando solo di essere puffato puffamente e puffato.
henry – io lo sto facendo puffando le tue puffe.
anais – vorrei puffarti, puffarti la puffa dapperpuffo.
henry – me lo sto puffando immaginando che tu mi puffi.
anais – io ti puffo tesoro ti ho puffato tante volte.
anais – voglio puffartelo tutto.
anais – voglio puffarti le puffe sulla puffa.
henry – sto puffando le tue puffe, ho una gran puffa di puffartele.
anais – vorrei puffarlo dentro me.
henry – lo sento puffare fra le puffe è la mia puffa x te.
anais – voglio che mi puffi dentro.
anais – che mi fai puffo.
anais – fatti puffare.
anais – e poi puffalo che lo puffo.
henry – penso alla tua puffa che lo puffa.
henry – sì… sento il tuo puffo.
henry – sento che sta puffando a puffare.
anais – fammelo puffare, puffo, puffo, puffo.
anais – sì puffami puffami le puffe.
anais – puffalo, fammi puffare.
7. Erotismo e perversione sono incompatibili. Per spiegarsi: se raccontate di una coppia che riesce a darsi piacere solo giacendo su uno strato di quaderni a quadretti Pigna delle Regioni d’Italia e ascoltando ossessivamente Cartoon Heroes degli Aqua (vabbè, sarà una coppia di una certa età…), è abbastanza probabile che qualche eco del loro piacere possa giungere solo a lettrici e lettori non solo ugualmente perversi, ma anche dotati di perversioni comparabili (es.: Atlanti De Agostini + assoli di Ted Nugent, ecc.).
8. Non azzardatevi a scrivere una scena di sesso senza aver letto, riletto, annotato e assimilato il saggio di Raffaele La Capria “Centralità della scopata nella narrativa italiana” (compreso nel volume: Il sentimento della letteratura, Mondadori 1996).
9. Scegliete con cura il luogo della scena di sesso. Il letto è insieme naturale e abusato; l’automobile è roba d’altri tempi; i retrobottega si portano ormai poco; gli stanzini delle scope vanno bene giusto per la narrativa popolare. Oggidì vanno molto i sottobanconi dei lounge bar, le sale più defilate dei musei d’arte contemporanea, gli ascensori durante le interruzioni di fornitura dell’energia elettrica, il padiglione della Città del Vaticano alla Biennale di Venezia, ecc.
10. Divieto assoluto di scene di sesso tra coniugi. I coniugi, in letteratura, non fanno sesso. Ficcàtevelo bene in testa.

L’ha ribloggato su N I G R I C A N T Ee ha commentato:
Una meravigliosa lezione di scrittura da Giulio Mozzi… ahahahah!!!! 😉
Ahahahah! Questo post è utile e divertente, caro Giulio! 😉 Grazie…
applausi per il 6
senza eleganza e ironia…non c’è niente di sexy
L’ha ribloggato su letterandoilblog.
Oddio che risate! Soprattutto leggendo il consiglio n. 7 😀
Grazie a Michele e grazie a Letterando.
ah, stanotte ripensavo a questo scritto e mi sembrava di ricordare mancassero i puffi, e pensavo di scriverti stamattina: mancano i puffi! chi puffa i puffi? o puffa i puffi? o puffa e puffa i puffi?, invece ci sono (ma sono meno della metà delle puffe).
L’ha ribloggato su Through the Wormholee ha commentato:
^.^
Mai scritte scene di sesso.
Ho fatto solo una parodia di Cappuccetto rosso: è stata rifutata da tutte le case editrici italiane e straniere.
Adesso sto pensando all’elefante con le ghette. C’è una pulce dispettosa e la bella addormentata è raffreddata…..