di Jacopo Ruggenti
[Continuiamo, con questo Dialogo dell’autore e del romanzo di Jacopo Ruggenti, nella pubblicazione dei testi pervenuti nell’ambito del concorso basato sulle Operette morali di Giacomo Leopardi. Nella fotografia qui sopra: Roland Barthes].
ROMANZO: Allora, non mi scrivi?
AUTORE: L’autore è morto.
ROMANZO: Però risponde.
AUTORE: Tutto merito del medium.
ROMANZO: Che bello, una seduta spiritica!
AUTORE: Mai sentito parlare di McLuhan?
ROMANZO: Il sensitivo, certo.
AUTORE: Il sociologo della letteratura.
ROMANZO: Quindi, questa non è una seduta spiritica?
AUTORE: Un dialogo, direi.
ROMANZO: Peccato. Ho sempre sognato di fare una seduta spiritica.
AUTORE: Un’operetta morale, piuttosto.
ROMANZO: Evochiamo il Leopardi? Lui sì che è morto. Molto morto. Però era anche un poeta. Un poeta vale come autore?
AUTORE: Un poeta, oggi, è più morto di un autore.
ROMANZO: Ma poi chi l’ha detta, questa roba che l’autore è morto?
AUTORE: Barthes.
ROMANZO: Sì, che scemo. Burt.
AUTORE: B, A, R, T, H, E, S. Non Burt. È francese.
ROMANZO: E cos’ho detto io?
AUTORE: Hai scritto B, U, R, T.
ROMANZO: Mi puoi leggere?
AUTORE: Ovvio. Sei il romanzo.
ROMANZO: Io, però, ti sento solo parlare.
AUTORE: Sono l’autore.
ROMANZO: Ma sei morto.
AUTORE: L’autore è morto.
ROMANZO: Se tu sei l’autore…
AUTORE: Io sono morto in quanto autore.
ROMANZO: Mi vuoi incasinare.
AUTORE: Ma no. L’ha detto pure Foucault.
ROMANZO: Che l’autore è morto?
AUTORE: Più o meno.
ROMANZO: E a me chi mi scrive? Fucò?
AUTORE: F, O, U, C, A, U, L, T.
ROMANZO: Sarei un romanzo italiano, sai.
AUTORE: Vedi come ti riduce il correttore di bozze, se non ti dai una regolata.
ROMANZO: Magari. Qui non siamo manco all’incipit. Però Fucò…
AUTORE: Foucault!
ROMANZO: Calma. Pensavo che non è male come inizio. «“Fucò!” esclamò il Romanzo». Eh?
AUTORE: Se ci tieni a essere un romanzo illetterato.
ROMANZO: In realtà, voglio essere il Grande Romanzo Italiano. The Big Italian Novel.
AUTORE: L’inglese, però, lo scrivi bene.
ROMANZO: Sarà che non li sopporto, i francesi.
AUTORE: E io non sopporto i romanzi dove i personaggi esclamano. Per non parlare dei romanzi dove, pur di non scrivere che i personaggi dicono qualcosa, i personaggi esclamano, tra l’altro dopo che hanno esclamato con un punto esclamativo.
ROMANZO: Anche tu, prima, hai esclamato.
AUTORE: Io?
ROMANZO: Quando hai esclamato: «Foucault!»
AUTORE: Sbagli.
ROMANZO: A me è sembrato proprio che esclamavi.
AUTORE: Esclamassi!
ROMANZO: Vedi, l’hai fatto di nuovo.
AUTORE: Cosa?
ROMANZO: Esclamare!
AUTORE: Tu hai appena esclamato. Oltre ad aver sentito male.
ROMANZO: Guarda che lo so riconoscere, uno che esclama.
AUTORE: Hai forse visto il punto esclamativo che mi usciva dalla bocca?
ROMANZO: Che c’entra.
AUTORE: L’hai letto?
ROMANZO: Mi sarò sbagliato, allora.
AUTORE: Come col congiuntivo.
ROMANZO: Madonna quanto siamo micragnosi. Per un refuso.
AUTORE: «Esclamasi», sarebbe stato un refuso. In un libro pubblicato. Oppure: «Edclamassi», «esvlamassi», «esclamasso»…
ROMANZO: Abbiamo capito.
AUTORE: Potresti essere un analfabeta di ritorno, più che un romanzo illetterato.
ROMANZO: E tu un editor, più che un autore. Sono ancora vivi gli editor, vero?
AUTORE: Sennò chi li scrive, i libri.
ROMANZO: Ma tu sei proprio sicuro che l’autore è morto?
AUTORE: No, guarda, ci si diverte, a essere trapassati.
ROMANZO: Non è che è tutta una scusa per non lavorare?
AUTORE: Ma va’. Io sogno di scrivere un romanzo da quando sono bambino. Ma poi, all’università, ho scoperto che ero già morto, come autore, prima ancora di nascere.
ROMANZO: E a me chi mi scrive?
AUTORE: Possiamo evitare i raddoppiamenti clitici, per favore? È già la seconda volta.
ROMANZO: Eh?
AUTORE: «A me mi».
ROMANZO: Manco «a me mi» va bene?
AUTORE: Ho un’allergia alle ridondanze. Mi si riempie la lingua di pustole. Vedi?
ROMANZO: Li hai letti, I promessi sposi?
AUTORE: Ovvio.
ROMANZO: Dev’esserti sfuggito che nel capitolo XVI l’autore scrive: «A me mi par di sì».
AUTORE: Dev’esserti sfuggito che il Manzoni lo mette in bocca a una vecchia.
ROMANZO: Cos’è che il Manzoni mette in bocca a una vecchia?
AUTORE: «A me mi». Cosa, sennò.
ROMANZO: Era ambiguo.
AUTORE: Anfibologico, al limite. Comunque, lo infila in un dialogo.
ROMANZO: Di nuovo.
AUTORE: «A me mi», certo. In un dialogo ci può stare.
ROMANZO: E questo non è un dialogo?
AUTORE: È un’operetta morale.
ROMANZO: All’inizio hai detto che era un dialogo.
AUTORE: Ho detto che era un dialogo, ma poi mi sono corretto.
ROMANZO: Molte operette morali sono dei dialoghi, e a me questo sembra proprio un dialogo.
AUTORE: Tu scrivi, e io parlo. Ti sembra un dialogo?
ROMANZO: A me questo mi sembra proprio un dialogo, sì.
AUTORE: Allora dillo, che ti piace provocare.
ROMANZO: Magari cominci a scrivermi.
AUTORE: Un dialogo è quando due si parlano. Stop.
ROMANZO: Va bene, senti. A me, seguito dai puntini di sospensione per creare un effetto espressivo… chi mi scrive?
AUTORE: Se scrivi a me, potrai pur scrivere a te.
ROMANZO: Mica è una brutta idea.
AUTORE: Già mi immagino il titolo: Il romanzo del romanzo.
ROMANZO: E perché non: Il romanzo del Grande Romanzo Italiano?
AUTORE: Ma allora: Il Grande Romanzo Italiano del Grande Romanzo Italiano.
ROMANZO: E l’autore?
AUTORE: L’autore è morto.
ROMANZO: In copertina, dico. Chi ci mettiamo come autore?
AUTORE: Nessuno.
ROMANZO: Almeno uno pseudonimo. Un acronimo.
AUTORE: G, R, I, allora.
ROMANZO: Grande Romanzo Italiano?
AUTORE: Vedi che se t’impegni…
ROMANZO: GRI. Il Grande Romanzo Italiano del Grande Romanzo Italiano.
AUTORE: Centomila copie. Minimo.
ROMANZO: Grande. Allora scrivo. Guarda che comincio a scrivermi, eh.
AUTORE: Scrivi, scrivi.
ROMANZO: Ma quando ho finito la prima stesura, posso farti leggere?
AUTORE: Mi avrai mica preso per un editor.
ROMANZO: Lo so, che tu sei l’autore. Morto. Però dovrò pur scrivermi per qualcuno. O anche il lettore è morto?
AUTORE: Senti, fai quello che vuoi. Io devo andare a finire di leggere un dialogo dove l’autore cerca di convincere il romanzo a scriversi.
ROMANZO: Ma non era un’operetta morale?
Ma Jacopo Ruggenti è Giulio Mozzi?
No.
Io direi GMG.
ROMANZO: L’autore sarà pure morto, ma il lettore continua a voler sapere chi è davvero.
AUTORE: Dici che mi tocca risuscitare?
ROMANZO: Dico che ti tocca scrivermi.
Testo metaletterario con finale ipermetaletterario.