Metodo infallibile per trovare sempre la parola giusta (utilissimo per chi scrive romanzi, racconti ec.)

di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione

Il metodo consiste di un solo principio: «Per trovare la parola giusta, devi vedere che effetto fanno tutte le altre».

Facciamo un esempio:

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo viso».

«Si voltò. Nel buio gli apparve la sua faccia».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo muso».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo grugno».

È evidente che le cinque parole (ce ne sarebbero altre, ma lascio a voi il piacere di cercarle) indicano la medesima cosa ma producono sul lettore un effetto diverso.

Ora proviamo a usare una delle più banali figure retoriche, la sineddoche: «la parte per il tutto, o il tutto per la parte», come recitano i dizionari di stilistica:

«Si voltò. Nel buio gli apparvero i suoi occhi».

«Si voltò. Nel buio gli apparve la sua fronte».

«Si voltò. Nel buio gli apparve la sua bocca».

«Si voltò. Nel buio gli apparvero le sue labbra».

«Si voltò. Nel buio gli apparvero le sue guance».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo naso».

«Si voltò. Nel buio gli apparvero le sue orecchie».

È evidente che ciascuna di queste frasi, pur conservando la funzione di segnalare l’apparizione di un viso, focalizza l’attenzione del lettore su un dettaglio: il che produce un effetto diverso.

Ora proviamo ad aggiungere un aggettivo:

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto pallido».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto candido».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto bianco».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto slavato».

E proviamo ad aggiungere un paragone:

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto, bianco come un cencio».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto, bianco come la neve».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto, bianco come il latte».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto, pallido come la luna».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto, pallido come quello d’un morto».

Ora lasciamo stare ciò che apparve, e concentriamoci sulle indicazioni di luce.

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo viso».

«Si voltò. Nel nero gli apparve il suo viso».

«Si voltò. Nell’oscurità gli apparve il suo viso».

«Si voltò. Nella notte gli apparve il suo viso».

Consideriamo il verbo che indica l’apparire

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo viso».

«Si voltò. Nel buio lampeggiò il suo viso».

«Si voltò. Nel buio si stagliò il suo viso».

Facciamo un altro cambiamento: rendiamo soggetto della frase colui o colei che vede, e non ciò che viene visto:

«Si voltò. Nel buio vide il suo viso».

«Si voltò. Nel buio intravide il suo viso».

«Si voltò. Nel buio scorse il suo viso».

«Si voltò. Nel buio intuì il suo viso».

Naturalmente, se combiniamo diverse scelte, possiamo ottenere una grande quantità di frasi tutte simili e tutte diverse:

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto».

«Si voltò. Nell’oscurità intuì il suo viso pallido».

«Si voltò. Nella notte intravide il suo muso, pallido come un cencio».

Consideriamo anche la punteggiatura:

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto pallido».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto, pallido».

«Si voltò. Nel buio, gli apparve il suo volto pallido».

«Si voltò e nel buio gli apparve il suo volto pallido».

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto. Pallido».

Diversa, in assenza o presenza di virgola, è l’evidenza data al pallore. Peraltro, la prima frase di questo esempio allude evidentemente a un «volto» che è normalmente «pallido», la seconda a un «volto» che in quell’occasione appare «pallido». La terza mette una minima pausa, quasi un tempo necessario all’adattamento della vista e al riconoscimento di quel «volto», mentre la quarta rende tutto più istantaneo. La quinta mette la pausa tra la visione del «volto» e la constatazione del pallore.

Soffermiamoci sull’atto di voltarsi.

«Si voltò. Nel buio gli apparve il suo volto».

«Si girò. Nel buio gli apparve il suo volto.

«Si guardò alle spalle. Nel buio gli apparve il suo volto».

«Guardò dietro di sé. Nel buio gli apparve il suo volto».

La prima frase di questo esempio contiene una sorta di bisticcio: «voltò/volto», che potrebbe apparire tanto come giocoso quanto come sintomo di sciatteria. «Si girò» sembra indicare più un movimento di tutto il corpo che della sola testa. «Si guardò alle spalle» segnala una situazione di pericolo, oggettivo o soggettivo. «Guardò dietro di sé» è più neutro della precedente, sembra più indicare un’attività di ispezionamento, ma conserva comunque un certo sentore di pericolo.

Se avete scritto, mettiamo, un racconto composto da trecento frasi, provate a fare su ciascuna di quelle frasi questo lavoro qui. Vi verranno i capelli bianchi prima che abbiate finito, ma è probabile che finirete con lo scegliere proprio le parole giuste.

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