Narrare il perturbante

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Il corso della Bottega di narrazione Narrare il perturbante, ideato e condotto da Giorgia Tribuiani, si svolgerà interamente a distanza, via Zoom.

La narrativa “perturbante”, in letteratura così come nelle altre arti, viene spesso assimilata alla narrativa di stampo orrorifico, inserita nell’ampia categoria delle opere “di genere”.

Il perturbante, tuttavia, teorizzato nel celebre saggio di Freud e poi ripreso in chiave psicanalitica oltre che artistica, segue un proprio filone basato sulla perdita delle coordinate da parte dell’individuo, prende linfa dalle paure più ataviche ed esistenziali e offre alla sua trattazione in letteratura e nell’arte una serie di caratteristiche fondanti che, se non ne delimitano categoricamente i confini, quantomeno rendono più immediata l’identificazione.

Il corso/laboratorio “Narrare il perturbante” – attraverso lo studio di modelli presi in prestito dalla letteratura, dal cinema, dalle serie TV e dal fumetto – si propone di analizzare queste caratteristiche e di imparare a considerarle in chiave narrativa: dal lavoro sul narratore all’invenzione dell’incipit, dalla costruzione delle scene allo svelamento (o alla sua assenza), pone le basi teoriche per costruire una narrazione perturbante.

Alla parte teorica il corso affianca poi una parte più prettamente pratica, basata su sessioni di scrittura e discussioni dei testi prodotti. Nel corso di sei appuntamenti – durante le sopracitate sessioni e tramite il lavoro a casa – i partecipanti saranno dunque invitati ad avviare e scrivere un racconto perturbante.

Il corso è riservato a un massimo di 15 persone.

Calendario

Narrare il perturbante si articolerà in sei appuntamenti da tre ore ciascuno (ore 19-22):
  • lunedì 18 gennaio 2021
  • lunedì 1 febbraio 2021
  • lunedì 15 febbraio 2021
  • lunedì 1 marzo 2021
  • lunedì 15 marzo 2021
  • lunedì 29 marzo 2021

L’iscrizione

Per iscriversi è sufficiente inviare un’email all’indirizzo bottegadinarrazione@gmail.com indicando la propria intenzione di frequentare il corso e fornendo i seguenti dati: nome completo, indirizzo di residenza, codice fiscale.

La quota di iscrizione è di 293 euro lordi (240 euro più iva).

Al momento dell’iscrizione sarà chiesto il versamento di un acconto di 122 euro (100 euro più iva). Il saldo dovrà essere effettuato entro il 10 gennaio 2021.

In caso di non effettuazione del corso gli acconti saranno integralmente restituiti. In caso di mancata conferma dell’iscrizione l’acconto, salvo casi particolari, non sarà restituito.

Programma del corso

1. Che cos’è il perturbante?

Durante il primo incontro rifletteremo sul significato di perturbante a partire dal famoso saggio di Sigmund Freud (concetti di heimlich e unheimlich) e sulle caratteristiche che distinguono una narrazione perturbante da una narrazione horror.

Soffermandoci su alcuni modelli presenti nella letteratura e nell’arte, rifletteremo sulle condizioni che rendono un oggetto o una situazione perturbante: dal confine labile tra reale e fantastico (l’essere inanimato che si anima, la rianimazione dei morti, la follia) alle situazioni che portano a dubitare dell’io (il doppelgänger; il sosia), dal “perdersi” (il labirinto, il déjà vu, l’impossibilità di tornare indietro) alla predestinazione (numeri e segni ricorsivi, previsione del futuro e premonizioni).

Seguirà una sessione di laboratorio in cui agli allievi verrà richiesto di ideare una situazione perturbante.

Riferimenti: Il perturbante, Sigmund Freud. L’uomo della sabbia e altri racconti, E. T. A. Hoffmann. William Wilson, Edgar Allan Poe. Twin Peaks, David Lynch. Solaris, Stanisław Lem. Torna da me (episodio di Black Mirror), scritto da Charlie Brooker. L’angelo sterminatore, Luis Buñuel

2. Il narratore inattendibile

Spesso, a rendere perturbante una vicenda (o a incrementarne la valenza perturbante), concorre il punto di vista del protagonista, che in condizioni di scarsa lucidità partecipa alla deformazione della realtà circostante.

Durante il secondo incontro rifletteremo sul narratore e sul punto di vista e studieremo come rendere il protagonista del racconto una lente deformante, in grado di modellare la realtà e di renderla appunto perturbante. Ci concentreremo in particolare sulla scelta delle immagini e sull’uso specifico del linguaggio e delle omissioni.

Durante la sessione di laboratorio porteremo nel racconto quanto appreso durante la lezione.

Riferimenti: Il cuore rivelatore, Edgar Allan Poe. Cosmo, Witold Gombrowicz. L’inquilino del terzo piano, Roman Polański. Repulsione, Roman Polański.

3. Lavorare sull’incipit

In una storia perturbante, l’incipit ha il compito di creare lo straniamento oppure, all’opposto, quelle condizioni “famigliari” che poi verranno tradite dalla vicenda.

Il terzo incontro, in buona parte laboratoriale, sarà dedicato alla costruzione di un buon incipit. Prima di avviare la parte di scrittura e discussione, rifletteremo su alcuni esempi tratti dalla letteratura, dal cinema e dal fumetto.

Una parte di questo incontro sarà dedicata a una riflessione sulla lingua.

Riferimenti: Storia di due donne e di uno specchio, Edoardo Zambelli. Velluto Blu, David Lynch Homunculus, Hideo Yamamoto. Farabeuf, Salvador Elizondo.

4. L’ambientazione e la costruzione della scena.

A rendere una storia perturbante contribuisce in buona misura l’ambientazione della storia narrata. Durante il quarto incontro, riprendendo i concetti di heimlich e unheimlich, rifletteremo sugli elementi che permettono di trasformare un’ambientazione (la casa, per esempio) o un oggetto (uno specchio, una bambola) conosciuti in qualcosa di insondabile e, di conseguenza, perturbante. Partendo dal racconto Il gatto nero di Edgar Allan Poe, che già nell’incipit viene definito come un “racconto stranissimo eppure casalingo”, affronteremo una riflessione sull’ambientazione e sulla costruzione della scena attraverso il cinema di Stanley Kubrick e David Lynch (ci soffermeremo anche sui dialoghi del film Strade perdute) e attraverso i fumetti di Ausonia e dei fratelli Marco e Giulio Rincione. Rifletteremo inoltre brevemente sullo straniamento nel dialogo e sulla rappresentazione di un mondo onirico, a partire dai piccoli scostamenti dalla realtà che producono nei protagonisti la perdita delle coordinate.

Riferimenti: Il gatto nero, Edgar Allan Poe. Shining, Stanley Kubrick. Velluto Blu, David Lynch. Mulholland Drive, David Lynch. Strade perdute, David Lynch. Pinocchio, storia di un bambino, Ausonia. Paperi, Giulio e Marco Rincione. Paranoiae, Giulio Rincione-

5) Lo svelamento o la sua assenza

Una storia perturbante può arrivare allo svelamento del mistero, alla spiegazione dell’insondabile, o al contrario – come accade più spesso – mantenere l’ambiguità del racconto e non risolvere completamente la tensione.

A partire da alcuni esempi già affrontati nei precedenti incontri, vedremo caso per caso come affrontare lo svelamento del narratore inattendibile (graduale o con colpo di scena), la conferma della seconda pista (prenderemo come modello Shining, in cui si rivela infine come padre e figlio non siano pazzi, ma la casa sia davvero infestata dai fantasmi) e la gestione del finale pur nella permanenza del mistero.

Riferimenti: Shining, Stanley Kubrick. Cosmo, Witold Gombrowicz. L’inquilino terzo piano, Roman Polański Repulsione, Roman Polański. Storia di due donne e di uno specchio, Edoardo Zambelli.

6) Laboratorio finale

L’ultimo incontro, a due settimane di distanza dal quinto, sarà dedicato interamente alla discussione dei testi prodotti.

Concluderemo il corso con una riflessione sulla tensione del perturbante nei generi del romanzo e del racconto.

Docente

Giorgia Tribuiani è nata nel 1985 ad Alba Adriatica e vive a Bologna.

Laureata in Editoria e giornalismo, ha collaborato con testate giornalistiche e agenzie di stampa locali e nazionali (Ansa) e curato la comunicazione online per le multinazionali Honda, Ducati e Polar.

Attualmente lavora come docente di scrittura creativa presso la Bottega di Narrazione, il Penelope Story Lab e la Side Academy. È autrice dei romanzi Guasti (Voland, 2018) e Blu (Fazi Editore, 2021).