di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione [Attenzione: “farsi venire dei dubbi” non significa “rifiutare tout court“; significa concedersi un supplemento d’indagine per capire meglio, per capire di più, per valutare con calma]. 1. Nelle inserzioni pubblicitarie della scuola di scrittura creativa in questione compare uno dei seguenti oggetti: pennino, penna stilografica, macchina per
Categoria: Teoria e pratica
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Scrivete libri. Ma non scrivete i vostri libri. Scrivete i libri degli altri. Basta fare un giretto in rete per scoprire che c’è chi chiede tranquillamente ventimila euro per un ghostwriting. E naturalmente dice: “Ho scritto libri che hanno vinto questo e quell’altro premio, che hanno
di Giulio Mozzi, direttore della Bottega di narrazione Uno. Nel nostro mondo vige il cosiddetto “paradigma vittimario”: chiunque sia stato vittima di qualcosa è, proprio in quanto vittima, buono. O quantomeno sta dalla parte del bene. Quindi, se volete scrivere un romanzo scandaloso (e che quindi venderà un sacco di copie), la cosa più semplice
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. A chiunque di noi, in un momento o nell’altro della vita, capita di scrivere in versi. Che si tratti degli sfoghi esistenziali adolescenziali o dell’epigramma per prendere in giro un amico, della poesia di Natale composta per i nipoti o dell’elogio amichevole e ironico del collega
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Già l’idea di scrivere un romanzo autobiografico, anziché un’autobiografia, è in fin dei conti piuttosto curiosa. La differenza tra un romanzo e un’autobiografia è che nel romanzo i patti col lettore sono chiari (“Ti sto raccontando una storia inventata”), e nell’autobiografia i patti col lettore sono
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Non chiamarla sinossi. Stando al dizionario (qui mi affido al Treccani) la sinossi è un “compendio, esposizione sintetica e schematica di una materia, di una disciplina, di una scienza, di un periodo storico o letterario, ecc., fatta in modo che i dati si possano facilmente e
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Niente è più noioso di una storia raccontata dal principio alla fine. Vabbè, l’ho sparata grossa. Proviamo a riformulare: Esistono seri rischi che una storia, se raccontata dal principio alla fine, risulti tutto sommato noiosa. Ma forse no, non ci siamo ancora. Terzo tentativo: Niente è
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Intitolatela Flatlandia: 2. Introducete una sottostoria. Se la storia principale racconta, per esempio, di un canguro nano che si innamora (non ricambiato) di un biglietto dell’autobus, potreste inserire la sottostoria di un’ostetrica specializzata in assistenza alle macchine emettitrici di biglietti: sarà lei a disinceppare la macchina
di Giulio Mozzi 1. Sei sicuro che sarà un capolavoro? Lo sai, lo sai, che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Quest’opera tu te la rigiri nella mente da anni, da decenni, per così dire da una vita; e hai studiato molto, moltissimo, per sentirti in grado di scriverla: ti
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione Leggiamo questa poesia di Valerio Magrelli, dal libro Ora serrata retinae: Bisognerebbe fare alla fine d’ogni libro una piantina. Non un indice, piuttosto una planimetria delle sue parti, descrivendo le fondamenta, i suoi diversi accessi, le stanze, i servizi e i disimpegni. Bisognerebbe precisarne anche la capienza
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione “Noi siamo corpi. Questa è la mia idea fondamentale. Raccontare una storia di un individuo è prima di tutto la storia di un corpo”. Così Edoardo Sanguineti (1930-2010), poeta e narratore e critico e studioso e molto altro, in una delle sue ultime interviste. Non mi metterò
di Giulio Mozzi 1. La prima email con in allegato un “romanzo sul lockdown” mi è arrivata il 23 marzo 2020. L’Italia intera era stata dichiarata “zona rossa” quindici giorni prima. La cosa mi insospettì. Esaminai il testo. Mi ricordò qualcosa. Feci una veloce ricerca nella posta. Ebbi la conferma del ricordo: quel romanzo lo
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. “No”. (Marcel Marceau, in L’ultima follia di Mel Brooks). 2. “Passami l’olio”. (Bettino Craxi, nel 1991, durante una cena, a un commensale che gli chiedeva cosa avrebbe fatto la domenica dei referendum per l’abolizione delle preferenze nelle schede elettorali). 3. “Disobbedisco”. (Gabriele D’Annunzio, maggio 1919, alle
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione The Life and Strange Surprizing Adventures of Robinson Crusoe, Of York, Mariner: Who lived Eight and Twenty Years, all alone in an un-inhabited Island on the Coast of America, near the Mouth of the Great River of Oroonoque; Having been cast on Shore by Shipwreck, wherein all
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Se vi hanno detto che fare dell’autobiografia non va bene, vi hanno detto una sciocchezza. Si può benissimo fare dell’autobiografia, purché non di sé stessi. Ci sono esempi luminosi: per esempio il Davide di Carlo Coccioli o le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Entrambi questi
di Stefano Brugnolo [Ringrazio Stefano Brugnolo che mi ha permesso di riprendere da Facebook (qui) questa sua riflessione. Con Stefano ho scritto due libri: il Ricettario di scrittura creativa – il cui concept geniale, va detto, è tutto suo -, Zanichelli 2000, e L’officina della parola, Sironi 2015. Abbiamo lavorato qualche anno insieme nella Piccola
di Giulio Mozzi Il bel pamphlet di Alfio Squillaci Chiudiamo le scuole di scrittura creativa!, Gog Edizioni, 118 pagine, pubblicato nel giugno scorso, non è un pamphlet contro le scuole di scrittura creativa. Non può esserlo, perché è abbastanza evidente che della realtà delle scuole di scrittura creativa (italiane e no) l’autore non sa niente.
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Per decidere di pubblicare un’opera letteraria, o un libro in generale, un editore ha bisogno della sensazione di avere davanti qualcosa di compiuto, finito e dotato di senso. Nel caso dell’editoria cosiddetta “letteraria”, il romanzo o la raccolta di racconti o il lavoro poetico devono dare
di Valentina Durante docente della Bottega di narrazione (Qui sopra: Hendrik Breitner (1857-1923), Il kimono rosso). In un episodio del Genji Monogatari (capitolo 50, Azumaya), la principessa Nakanokimi e sua sorella Ukifune guardano illustrazioni di vecchi racconti, mentre la cameriera Ukon ne legge ad alta voce i testi. Accostare parole e immagini è stata pratica
di Giulio Mozzi direttore della Bottega di narrazione 1. Il grande classico: il protagonista è un giovanotto (quasi mai una giovanotta) che vuole fare lo scrittore. Le varianti sono due: il giovanotto vuole scrivere un romanzo, ma non ci riesce (appena si siede a scrivere si rompe il termosifone, bussa alla porta l’Agenzia delle entrate,