di Demetrio Paolin Faccio una confessione: questo pezzo doveva essere una riflessione sulla novella di Balzac Il capolavoro sconosciuto e la relazione che intrattiene con il romanzo L’opera di Zola, poi mentre rileggevo il testo di Balzac ho notato una spia linguistica particolare, ovvero le occorrenze della parola “guardare” (del suo interno specchio semantico) eContinua a leggere “Lo sguardo dal vero (prima parte)”
Archivi dell'autore:Valentina Durante
Il cliché è morto, viva il cliché! (per una riabilitazione del luogo comune)
di Valentina Durante Ho letto I fiori di Tarbes ovvero Il Terrore nelle Lettere di Jean Paulhan incuriosita da questo post di Giulio Mozzi, e poi da una recensione che lo presentava come una ficcante apologia del cliché. La recensione, a firma di Franco Marcoaldi, è di più di trent’anni fa. I fiori di TarbesContinua a leggere “Il cliché è morto, viva il cliché! (per una riabilitazione del luogo comune)”
Quanti artisti riuscite a indovinare? (un gioco serio)
di Valentina Durante Guess the artist è un gioco di carte uscito nel 2017 per la Laurence King Publishing, una casa editrice specializzata in libri e giochi sulle arti figurative. Ideato da Robert Shore, consiste di un mazzo di sessanta carte, ognuna delle quali presenta sul fronte tre disegni che rimandano a un artista –Continua a leggere “Quanti artisti riuscite a indovinare? (un gioco serio)”
Una camera con (punto di) vista (terza parte)
di Demetrio Paolin Abbiamo visto nei due interventi precedenti (1, 2) che il punto di vista produce un cambiamento del modo in cui percepiamo e raccontiamo la nostra storia. Siamo partiti da un’esigenza di realismo – la metafora della finestra – e siamo passati a un’idea di punto di vista che travalica la realtà sensibileContinua a leggere “Una camera con (punto di) vista (terza parte)”
Una camera con (punto di) vista (seconda parte)
di Demetrio Paolin Nel pezzo precedente abbiamo visto come il punto di vista sia una bizzarra forma bidimensionale (il rettangolo della finestra) che possiede però una speciale profondità (data ad esempio dalla diacronia o dalla sincronia degli elementi visibili dalla finestra stessa). Proviamo ora a guardare questo filmato. Che, Steven Soderbergh, 2008 Guardate queste sequenzeContinua a leggere “Una camera con (punto di) vista (seconda parte)”
Una camera con (punto di) vista (prima parte)
di Demetrio Paolin Sto sfogliando il libro di Matteo Pericoli dal titolo Finestre su New York (Il Saggiatore, 2019), mi soffermo sulle variazioni tra le diverse immagini – in un libro così la variatio è forse la figura retorica centrale –: sono tutte delle finestre con veduta. Il libro è organizzato in questo modo, sullaContinua a leggere “Una camera con (punto di) vista (prima parte)”
Quando Černobyl’ diventa Chernobyl: la tensione fra realtà e realismo in narrazione
di Valentina Durante. Iniziamo dalla realtà. “Il disastro di Černobyl’ avvenne il 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45 del mattino, presso la centrale nucleare V.I. Lenin, situata in Ucraina settentrionale (all’epoca parte dell’Unione Sovietica), a 3 km dalla città di Pryp”jat’ e 18 km da quella di Černobyl’, 16 km a sud del confine conContinua a leggere “Quando Černobyl’ diventa Chernobyl: la tensione fra realtà e realismo in narrazione”
Coca, Pepsi o Fanta? Come far uso ad arte dei marchi per rendere il testo più denso e credibile
di Valentina Durante. Nel 1986, Jonathan Shelder e Melvin Manis, ricercatori all’Università del Michigan, condussero un esperimento per analizzare il valore veritativo dei dettagli in una storia. La cornice era la simulazione di un processo per l’affidamento di minore – un bambino di sette anni – a una fantomatica signora Johnson. I giurati, ignari delContinua a leggere “Coca, Pepsi o Fanta? Come far uso ad arte dei marchi per rendere il testo più denso e credibile”
Costruire personaggi: la casualità (o la causalità?) del male
di Valentina Durante. Una decina di giorni fa, Stefano Brugnolo ha pubblicato su Facebook un interessante post che esplorava la genesi hugoliana, forse inconsapevole forse no, del film Joker diretto da Todd Phillips. L’argomentazione proposta è ineccepibile, dunque questo mio non è certo un tentativo di critica, e neppure è una recensione di Joker, cheContinua a leggere “Costruire personaggi: la casualità (o la causalità?) del male”
Che la donna non guardi: un’ipotesi sulla cosiddetta “scrittura femminile”
di Valentina Durante. “Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò”. Genesi 3,6 Il peccato originale comincia con una donna che guarda. Eva, solleticataContinua a leggere “Che la donna non guardi: un’ipotesi sulla cosiddetta “scrittura femminile””
Prove pratiche di scrittura e vita
di Valentina Durante. Leggo in Distratti dal silenzio di Stefano Dal Bianco: “Se si vive e si scrive dimenticando di coltivare una distanza tra poesia e vita, magari in nome di una presunta superiorità della poesia, di ciò che l’esercizio della poesia ci permette di intravedere – a barlumi, a momenti –, si ottiene ilContinua a leggere “Prove pratiche di scrittura e vita”
Rubare per scrivere: quando, in letteratura, il furto è nobilissima arte
Quando mio nonno era ancora vivo, e io bambina, e lei con trent’anni di meno a pesarle addosso, mia nonna teneva in cucina quattro Arcimboldo. Erano le Quattro stagioni, stampe incorniciate dietro lastre di vetro vero (non le imitazioni in acetato che si comprano oggi, all’Ikea o al Brico, e che sono così pratiche maContinua a leggere “Rubare per scrivere: quando, in letteratura, il furto è nobilissima arte”
Chi ha ucciso Kurt Cobain? La fotografia come contenitore ambiguo di memoria
di Valentina Durante. Questa foto ha segnato la mia adolescenza. E quella, credo, di molti altri della mia generazione. In un pezzo molto bello uscito per Esquire, Demetrio Paolin la racconta così: “La foto riprende l’interno di una rimessa; a terra c’è un corpo, di fianco un uomo accovacciato. Del corpo a terra vediamo giustoContinua a leggere “Chi ha ucciso Kurt Cobain? La fotografia come contenitore ambiguo di memoria”
Quando si scrive, dire di sì significa dire di no
di Valentina Durante. Aristide Bruant era un gran bel tipo: alto, corporatura ampia e forte, sguardo diretto. Capelli neri e ondulati, tenuti un po’ lunghi e spesso nascosti sotto un cappellaccio a tesa larga, nero anch’esso. Vestiva di velluto scuro, con rendigote e panciotto, pantaloni alla zuava e stivaloni di cuoio sino a metà polpaccio.Continua a leggere “Quando si scrive, dire di sì significa dire di no”
Scrivere è attraversare uno specchio: andata e ritorno
di Valentina Durante. L’opera la conoscete: è famosissima. Girolamo Francesco Maria Mazzola – conosciuto più spicciamente come il Parmigianino – dipinge Autoritratto entro uno specchio convesso nel 1524 così da aver sottomano un saggio del suo proprio talento: un’immagine da portfolio, diremmo oggi, da mostrare ai clienti al bisogno. Si mette difronte a uno specchioContinua a leggere “Scrivere è attraversare uno specchio: andata e ritorno”
Che fare della tradizione: conformarsi, ribellarsi, spostare lo sguardo
di Valentina Durante Per prima cosa, dedichiamo alla tradizione un paio di minuti. V’invito a leggere questo passo tratto dal libro VIII delle Metamorfosi di Ovidio: vi si narra il mito di Dedalo e Icaro, e per la precisione il momento in cui il padre allaccia le ali al figlio. “Vola a mezza altezza, Icaro,Continua a leggere “Che fare della tradizione: conformarsi, ribellarsi, spostare lo sguardo”
In scrittura e in arte, è tutta questione di punti di vista
di Valentina Durante, docente nella Bottega di narrazione A Palazzo Grassi, fino al 20 gennaio 2020, c’è una personale dedicata al pittore belga Luc Tuymans. Il titolo è La pelle, e se vi suona familiare confermo che sì, è proprio tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte. Ma non vi parlo della mostra a causaContinua a leggere “In scrittura e in arte, è tutta questione di punti di vista”
“Scritto ad arte”: il primo corso di scrittura creativa che comincia nelle sale di un museo
“Scritto ad arte”, organizzato dalla Bottega di narrazione, è un corso-laboratorio che fa uso delle arti figurative come strumento per immaginare, inventare e comporre un testo letterario. Si terrà a Milano, fra la Pinacoteca di Brera e la sede della Bottega di via Tenca 7, per due fine settimana: 22-23 febbraio e 4-5 aprile 2020.Continua a leggere ““Scritto ad arte”: il primo corso di scrittura creativa che comincia nelle sale di un museo”